11 Settembre 2017

PSS_2017 si è chiuso un ciclo

Si è conclusa l’edizione 2017 della Pescara Summer School.  Con essa termina il primo ciclo triennale di scuole estive del Dipartimento di Architettura. Sono state tre edizioni meravigliose, ricche di emozioni: l’entusiasmo della prima edizione, gli eventi drammatici che hanno preceduto la seconda, la maturità della terza edizione.

Non tutti gli studenti che l’hanno frequentata conoscono la genesi della PSS e sanno cosa ci spinse quattro anni fa a progettare questa “macchina complessa” che è divenuta in poco tempo una delle attività distintive del nostro Dipartimento.

Nel 2014 avevamo modificato il Piano di studi del nostro corso di laurea quinquennale in Architettura per cui ci trovammo costretti a prevedere delle modalità sostitutive per far sostenere l’esame di Composizione 5 agli studenti immatricolati negli anni precedenti.  Fu così che la commissione didattica di allora, presieduta da Francesco Garofalo, pensò alla formula del workshop full immersion di due settimane.  Così facendo eravamo riusciti a venire incontro alle esigenze dei nostri studenti, ma non ci volevamo accontentare di aver risolto un problema didattico.  Trasformare un problema in una opportunità!… non è forse questa una “mission” di noi architetti?  E allora pensammo a quali valori aggiunti avremmo potuto inserire nel progetto della Summer School per fare un salto di scala.

Ci venne subito in mente di utilizzare la PSS per rafforzare quello spirito di appartenenza all’istituzione universitaria che è condizione necessaria per l’esistenza di una “Scuola di Architettura”: studenti, docenti, tecnici e amministrativi coinvolti direttamente nell’organizzazione di molte attività collaterali che si andavano ad affiancare a quelle puramente didattiche nell’arco delle 24 ore.  Attività che si aprivano alla città, che ci hanno visto uscire dalle aule universitarie e andare in spiaggia a fare i plastici dei progetti con la sabbia, oppure a ballare per strada nelle feste dell’architettura, partecipare a Pecha kucha tematici, mostre fotografiche, salotti dell’architettura, proiezioni di film, cantieri di notte, spaghettate per centinaia di persone…

Il secondo obiettivo era altrettanto ambizioso: utilizzare tutte queste energie e questa enorme massa critica per “fare sistema” con il territorio.  Decidemmo così di inserire ogni anno la Summer School all’interno delle nostre piattaforme di ricerca dipartimentali sancite da specifici Protocolli di intesa firmati con gli enti locali.  Il primo anno i temi progettuali dati agli studenti furono quelli della piattaforma “Verso Pescara 2027” che ci ha visto collaborare con il Comune di Pescara per la definizione delle strategie di trasformazione urbana della città.  Il secondo anno inserimmo la Summer School all’interno della cosiddetta ricerca “BikeFlu”, il protocollo firmato con la Regione Abruzzo che si è occupato di reti fluviali e ciclabili regionali.  Quest’anno ancora con il Comune di Pescara abbiamo svolto simulazioni progettuali sulle aree adiacenti al nostro Polo universitario sulla base di un altro Protocollo di intesa denominato “Pescara città della cultura e della conoscenza”.

Adesso è arrivato il momento di cambiare!  Dobbiamo pensare ad una nuova formula della nostra Summer School, ed è giusto farlo ora sulle ali del successo di queste prime tre edizioni.  E’ così che fanno gli innovatori, appena vinta una sfida, stanno già pensando a quella successiva.  Sarà bello ricordare questa esperienza.  Sarà emozionante per noi tutti tra qualche anno dire: “io c’ero!!”.

Nessuna malinconia però! Creatività significa non dormire sugli allori, essere continuamente in movimento!  Oggi è finito un ciclo, ma non si è certo spento il nostro entusiasmo!  C’è un sentimento che ci unisce profondamente – docenti e studenti – e che ci spinge a guardare sempre in avanti: il senso di appartenenza alla nostra Comunità scientifica e l’amore smisurato per il nostro lavoro.

Dunque… ad Maiora!

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