Unich

28 Dicembre 2023

Pescara: tre desideri per l’anno che verrà

Uno da comune cittadino, uno da urbanista e uno da direttore del dipartimento di architettura.

  1. Città sicura e inclusiva. Il primo da comune cittadino riguarda il tema della sicurezza in senso ampio. Mi piacerebbe che Pescara si distinguesse per l’inclusione sociale e la sicurezza percepita, a tutti i livelli: da quello drammatico relativo ai casi di femminicidio, alle discriminazioni di genere, alla sicurezza urbana, fino a quella stradale. E non attraverso azioni repressive, ma attraverso un insieme sistematico di azioni positive: incontri nelle scuole, convegni, servizi di supporto, illuminazione pubblica, utilizzo diffuso di ICT, etc.
  2. Città verde. Il secondo desiderio è da studioso delle città. Mi piacerebbe che Pescara si potesse qualificare come modello virtuoso per il raggiungimento degli obiettivi europei del “Green Deal”: azzerare le emissioni di gas serra entro il 2050. Per far ciò sarebbe importante intercettare i fondi europei e utilizzarli per promuovere progetti e iniziative innovative che preservino l’ambiente e favoriscano la creazione di una coscienza ecologica da parte di tutti i cittadini, in particolare delle giovani generazioni. Lasciarci alle spalle il modello di sviluppo depredatorio, che ha contraddistinto la seconda metà del secolo scorso, e aderire convintamente ad uno maggiormente rispettoso dell’ambiente si può, a patto che ci sia un investimento proporzionale nella ricerca e nella comunicazione. Ci vuole un salto culturale prima ancora che economico-industriale.
  3. Città universitariaMi sono lasciato per ultimo il desiderio a cui forse tengo di più, in quanto Direttore del Dipartimento di Architettura di Pescara, e che in questi anni ha visto oppormi a idee di delocalizzazione della sede universitaria lontano da viale Pindaro (mi riferisco ad esempio all’ipotesi ex Cofa). Le esigenze impellenti del Polo universitario pescarese sono di due ordini: 1) ampliare le proprie strutture (mancano aule, laboratori, uffici e addirittura la biblioteca centrale); 2) riqualificare l’edificio esistente e le aree aperte adiacenti.  In questa prospettiva il Polo Pindaro ha un potenziale straordinario di ampliamento sulle aree di proprietà dell’Università sul retro dell’attuale sede, aree che sono state acquisite allo scopo nel 2001, in permuta con l’ex Aurum.  Una ulteriore possibilità di ampliamento del Campus Pindaro è rappresentata dall’acquisizione delle caserme prospicienti tra loro poste all’ingresso nord di viale Pindaro: la caserma dei VV.FF. e la ex caserma Cocco. Potrebbero essere inserite in un ragionamento di medio-lungo termine per completare l’idea di “cittadella universitaria” aperta alla città. Casa dello studente e servizi per gli studenti con annessa foresteria ottenuta attraverso la demolizione e ricostruzione della Caserma VV.FF.; incubatore di impresa per start up e spin off ottenuto dalla ristrutturazione della caserma ex Cocco e del parco pubblico retrostante, in partnership con la Regione, investitori privati, Confindustria e altre associazioni di categoria. Il Polo Pindaro diventerebbe così finalmente un Campus universitario a tutti gli effetti, continuando quel processo osmotico già collaudato che ha portato benefici a tutta la zona di Porta Nuova.

Sogni più che desideri? Mah… non lo so… quello che so è che “se uno sogna da solo è solo un sogno, ma se sono molti a sognare insieme allora è certamente l’inizio di una nuova realtà”.

Il Messaggero 29.12.23
28 Settembre 2023

UNA LUNGA STORIA D’AMORE

Dal 1 novembre sarò di nuovo Direttore del Dipartimento di Architettura di Pescara.

I miei colleghi mi hanno chiesto di riprendere la guida del Dipartimento dopo una pausa di tre anni.

Ero già stato eletto Direttore per due mandati dal 2014 al 2020 e poi la legge Gelmini, non consentendo tre mandati consecutivi, mi aveva “rimandato a casa”, o meglio in aula a fare lezione.

Nel frattempo, ho continuato ad occuparmi di questioni varie di Ateneo, cercando di dare il mio contributo.  Poi è arrivato il momento del rinnovo della carica di Direttore del Dipartimento e nonostante non mi fossi candidato, i miei colleghi, in testa il Direttore uscente, con fare delicato ed elegante come quando si chiede la mano ad una fanciulla – mi hanno chiesto se fossi disponibile ad assumere per la terza volta il ruolo di Direttore.

Inutile dire che questa manifestazione di stima e di affetto mi ha emozionato prima ancora di gratificarmi… è una lunga storia d’amore.

Siamo sempre stati un gruppo molto unito, anche nei momenti più complicati in cui abbiamo portato in Ateneo posizioni minoritarie, forse per la nostra propensione alla progettualità, forse anche per una connaturata diffidenza che nutriamo verso il “pensiero unico”.

Ora c’è solo da lavorare tutti insieme mettendo in pratica alcuni principi che, peraltro, avevo indicato nel mio recente programma elettorale alla carica di Rettore:

  • l’orgoglio di appartenere alla nostra comunità accademica UdA,
  • l’importanza di valorizzare il contributo dei singoli facendolo convergere su obiettivi collettivi,
  • il benessere lavorativo personale all’interno della crescita complessiva del nostro Dipartimento.

Con i nostri studenti stringeremo un “gentlemen agreement” basato sul reciproco impegno, nel rispetto dei rispettivi ruoli, per qualificare ancora di più l’offerta formativa dei nostri quattro corsi di laurea.  Saremo al loro fianco nelle loro battaglie a cominciare dalle richieste di avere servizi e strutture adeguate a far diventare il Polo Pindaro un Campus universitario degno di questo nome.

Nei rapporti con l’Ateneo sono convinto che il Dipartimento di Architettura possa assumere un ruolo maggiormente incisivo sulle questioni di sua competenza.  In questi ultimi anni siamo stati tenuti ai margini dei processi decisionali, ad esempio, sulle politiche edilizie della nostra Università, dove invece avremmo potuto dare un contributo costruttivo, essendo argomenti sui quali possiamo vantare un know how scientifico consolidato.

Anche nei rapporti con le amministrazioni pubbliche possiamo esprimere un ruolo maggiormente fattivo: non dobbiamo essere identificati come uno strumento attraverso cui gli enti locali perseguono i loro obiettivi politici, ma possiamo, anzi, dobbiamo essere gli ideatori di visioni strategiche capaci di rilanciare la competitività dei nostri territori in sintonia con i nostri valori.  Le nostre competenze scientifiche devono essere messe al servizio degli enti territoriali (dai più grandi ai più piccoli), allo stesso tempo però non dobbiamo rinunciare al ruolo di stimolo culturale e se necessario anche di voce critica nei confronti dell’operato delle amministrazioni pubbliche.

Il nostro manifesto culturale è insito nelle tematiche di cui ci occupiamo. Per noi temi come il consumo di suolo, la rigenerazione urbana, l’eco-design, i valori storici, paesaggistici, ambientali, sociali, etc., non sono solo degli argomenti da dibattere nei convegni accademici, ma sono dei comportamenti virtuosi che abbiamo faticosamente acquisito dai nostri studi, e che sentiamo il dovere di diffondere nella società civile non certo per frenarne la crescita, ma al contrario per contribuire ad aumentarne la competitività in una logica di sviluppo sostenibile.

Insomma… c’è molto lavoro da fare!

Il prof. Paolo Fusero eletto per la terza volta Direttore del Dipartimento di Architettura dell'Università G. d'Annunzio
Il Messaggero 03.10.23
29 Maggio 2023

RASSEGNA CULINARIA “STUDENTE AI FORNELLI”: L’UNIVERSITA’ CHE CI PIACE!

E’ stata la giovane chef MARIA CHIARA GUASTADISEGNI a presiedere la giuria della rassegna culinaria: STUDENTE AI FORNELLI, organizzata nell’ambito del corso di Urbanistica dal Dipartimento di Architettura di Pescara.  Giovanissima, ma con un ricco curriculum internazionale alle spalle, insieme al compagno ANTONIO BLASI è titolare del ristorante TAMO a Spoltore, una delle novità più interessanti nel panorama italiano degli chef Under 40 Michelin.
Il compito di trovare un fil rouge tra i piatti cucinati dagli studenti, i loro progetti e le opere di letteratura è stato invece affidato a MARCO ALESSANDRINI, sindaco emerito di Pescara, ma soprattutto lettore compulsivo e fine critico letterario.  EMANUELA CORNELII ha arricchito la Giuria portando sua esperienza di responsabile della didattica dell’Associazione Italiana Sommellier.
Cucina, Letteratura, Architettura, Vino! Un connubio che riserva sorprese piacevolissime!
Questa è l’Università che ci piace!
La giovane chef Maria Chiara Guastadisegni e il logo dell'evento

I grembiuli premiati

Il piatto vincitore assoluto è stato il “Pancotto pugliese”, di Lucrezia Di Domenico e Antonio De Giuseppe.  Sono stati poi premiati nelle diverse sezioni: le “Pallotte cace e ove“, la “Sausicchij sott’ a nzogn“, i “Poporati“, “Pane e olio” e gli “Scagliozzi”.

23 Maggio 2023

RASSEGNA CULINARIA “STUDENTE AI FORNELLI”: LA GARA

Di solito ho un utilizzo parsimonioso di questo mio Blog, che normalmente adopero per trattare argomenti accademici o questioni urbanistiche che sollecitano in me una riflessione.

Questa volta invece voglio prendermi una licenza e mettere da parte la natura seriosa (un po’ noiosa, devo essere sincero) che contraddistingue il mio Blog, utilizzando questa pagina in modalità “cazzeggio”.  Voglio infatti informarvi della ripresa di una tradizione accademica che il periodo pandemico aveva interrotto: la festa universitaria di fine corso.

Giovedì 1° giugno 2023 (h. 10:30, Polo Micara, aula M5, Pescara) ci sarà l’atto conclusivo dei due anni trascorsi insieme ai miei studenti del corso di Urbanistica.  Sono stati anni impegnativi, che hanno segnato il graduale ritorno in presenza dopo il periodo di didattica a distanza cui ci aveva costretto il Covid.

Mi pare di poter dire che gli obiettivi di apprendimento che ci eravamo posti due anni fa siano stati raggiunti con reciproca soddisfazione e che il “Gentlemen’s Agreement” che avevamo sottoscritto sia stato rispettato.  Gli studenti si sono impegnati molto, io e il mio staff di tutors (Maura ed Anna) pure, e allora…

... e allora festeggiamo!!!

Come dicevo era mia consuetudine prima della pandemia, alla fine del semestre di insegnamento, fondere due grandi passioni: la cucina e l’architettura.  E così nella giornata conclusiva, oltre alla proclamazione dei voti di Urbanistica, organizzavo un concorso gastronomico tra gli studenti, invitando giovani chef emergenti o esperti di cucina, come giudici.  Vi posso assicurare che gli studenti erano più in apprensione per i giudizi della giuria culinaria che per i miei voti di Urbanistica.

Giovedì 1° giugno riprendiamo la tradizione!

Di seguito è riportato il programma della giornata, che alterna momenti propriamente didattici a momenti ludici. Faremo un po’ il punto della situazione sul percorso didattico svolto, rifletteremo su quello che abbiamo imparato, discuteremo sui risultati raggiunti, attribuiremo una valutazione numerica all’impegno che gli studenti hanno profuso, ben consapevoli che il giudizio su un percorso di apprendimento così complesso, durato due anni accademici, non si misura in trentesimi, ma in quanto ci ha lasciato dentro.

E poi daremo il via al… ABBRACCI & BACI PARTY!!

Come nella migliore tradizione delle feste studentesche tutti sono invitati a portare qualcosa: io porto da bere (analcolici) e mi occupo della logistica (bicchieri piatti tovaglioli), gli studenti portano da mangiare (dolce o salato).

Il tema della festa è “STUDENTE AI FORNELLI”. Una sorta di concorso di cucina regionale per cuochi rodati e principianti volenterosi che dovranno darsi da fare per preparare qualcosa di tipico della propria città o paese di provenienza: il piatto regionale che meglio li rappresenta, che più gli piace, quello della telefonata alla mamma dal treno quando si torna a casa…

Chi pensa che per motivi di salute pubblica sia più prudente non cimentarsi con la soglia della “commestibilità”, non si deve preoccupare: sarà comunque il benvenuto. Vorrà dire che si occuperà di rassettare l’aula quando avremo finito!

Sono bene accetti anche i non iscritti al corso o gli ex studenti, purché si presentino con il loro piatto tipico, che sarà giudicato dalla giuria nella categoria “fuori corso”.

Non voglio spoilerare nulla, vi posso solo anticipare che la giuria sarà composta da giovani chef emergenti nel panorama nazionale (under 40 Michelin), da personaggi pubblici legati al mondo della letteratura e da esperti nel settore enogastronomico.

Le categorie di piatti che saranno premiate sono:

  • originalità
  • territorialità
  • dolci
  • miglior piatto in assoluto

Forza quindi… tutti ai fornelli!

 

ABBRACCI&BACI PARTY  – PROGRAMMA della giornata di Giovedì 1° giugno 2023
             10:30Arrivo in aula degli studenti
10:30 – 11:00Allestimento dell’aula per l’esposizione dei piatti
11:00 – 11:30Lezione conclusiva del prof. Paolo Fusero
11:30 – 11:45Prenotazione dell’esame sulla piattaforma di Ateneo
11:45 – 12:45Proclamazione voti di Urbanistica 2
12:45 – 13:00Presentazione degli chef
13:00 – 14:00Rassegna Culinaria Regionale “Studente ai fornelli”
14:00 – 14:30Rassettamento aula e saluti “Abbracci&Baci”

 

PS – avendo anche studenti Erasmus provenienti  da diversi paesi europei, mi sà che devo fare anche la versione inglese: English version

 

1 Marzo 2023

STUPPIA NUOVO RETTORE UDA 2023-29

Liborio Stuppia è il nuovo Magnifico Rettore dell’Università G. d’Annunzio!

A lui vanno i miei complimenti e il mio augurio sincero ed affettuoso di buon mandato.

Da parte mia lasciatemi dire… era una “Mission impossible“!

Sicuramente Tom Cruise avrebbe preso più voti di me, ma io mi tengo strette le mie 187 preferenze (287 persone, non considerando la ponderazione del voto del personale non docente).

Sono tante? Sono poche? Di certo moltiplicano la base elettorale del mio Dipartimento, ma sono ancora distanti dalla maggioranza assoluta dei voti.

Ho dato tutto me stesso, l’ho fatto a modo mio, mettendoci la “testa e il cuore”, ma non è bastato.  Il vecchio detto: “quando alla d’Annunzio i medici si mettono d’accordo la partita è chiusa” è stato ancora una volta confermato.

Va bene così!

Da domani (anzi da oggi pomeriggio) torno in aula ad insegnare agli studenti che nella vita si può vincere, si può perdere, l’importante è studiare, esprimere le proprie idee ed ascoltare quelle degli altri.

Grazie di cuore a tutti!

PF

Il Centro 1 marzo 2023
Il Centro 1 marzo 2023
Il Centro 1 marzo 2023
Il Messaggero 1 marzo 2023
25 Febbraio 2023

LA CAMPAGNA ELETTORALE PER IL NUOVO RETTORE UDA È GIUNTA AL TERMINE

É stata una campagna intensa, per certi versi anomala, dato che è iniziata l’anno scorso quando pareva che fosse in scadenza il mandato del Rettore uscente, per poi continuare dopo la proroga ministeriale.  All’inizio sembrava potessero esserci quattro o cinque candidati.  Ad un certo punto invece era data per certa un’unica candidatura dal Polo di Pescara e due in ambito medico dal Campus di Chieti.

Abbiamo dovuto aspettare il 23 gennaio, scadenza per la presentazione delle candidature, per scoprire che eravamo solo noi due: io e Rino.

Alla fine, è giusto così.

Il prof. Stuppia ed io siamo fra i docenti del nostro Ateneo che possono vantare un curriculum adeguato al ruolo, non fosse altro che per ragioni anagrafiche: due volte direttori di dipartimento, due volte consiglieri di amministrazione, due volte senatori accademici; abbiamo lavorato fianco a fianco in importanti commissioni di Ateneo.  Siamo stati addirittura entrambi candidati nella precedente competizione elettorale 2017.  Vent’anni di governance in UdA.

Io e Rino siamo amici, abbiamo un profondo rispetto uno dell’altro, una stima che ci deriva dalla conoscenza reciproca. Abbiamo dato, ciascuno a modo suo, un contributo che credo tutti ci abbiano riconosciuto, in questa campagna elettorale.  C’è stato un grandissimo fair play tra di noi.  Siamo entrambi consapevoli che l’apporto che ciascuno di noi ha saputo dare non andrà perduto, ma costituirà una “dote” importante per il nuovo Rettore.

Nel corso della campagna elettorale si è aperto un dibattito costruttivo sul futuro della nostra Università e delle sue due città universitarie, era una delle ragioni della mia candidatura.  Una riflessione sui nostri punti di forza, sulle nostre criticità, senza nascondere la polvere sotto il tappeto, con l’obiettivo di rendere Uda e il suo territorio più competitivi a scala nazionale e internazionale.

Anche quando sono state sottolineate opinioni divergenti rispetto ad alcune strategie poste in essere dalle precedenti amministrazioni, lo si è fatto nel pieno del rispetto delle istituzioni, rimanendo coerenti a posizioni assunte da tempo, esercitando quel “senso critico” che è l’anima stessa dell’accademia.  Guai se l’Università si appiattisse al pensiero unico!

Desidero cogliere questa occasione per ringraziare il Rettore uscente, prof. Caputi, per il lavoro che ha svolto.  Sergio ha ottenuto risultati importanti nonostante abbia dovuto operare in un contesto ambientale difficilissimo: le vicende giudiziarie ereditate dalla precedente amministrazione, la pandemia, la guerra, il rincaro dell’energia.

Ora mi godo un paio di giorni riposo, aspettando con serenità l’esito del voto il 28 febbraio.  Allora capirò se l’impegno che ci ho messo, le “100 idee” del mio Documento Programmatico ed io stesso siamo stati apprezzati, nella forma e nei contenuti.

In ogni caso… grazie di cuore dell’attenzione che mi avete riservato!

PF

Intervista al Prof. Paolo Fusero sul rapporto tra l'Università G. d'Annunzio e la città di Chieti
Il Centro 28.02.23
Il Messaggero 28.02.23
Il Messaggero 25.02.23
Il Messaggero 26.02.23
6 Febbraio 2023

LE IDEE HANNO GIÀ VINTO!

Sta avvenendo una cosa straordinaria!

La nostra comunità accademica (e non solo…) in questi giorni sta finalmente discutendo sul proprio futuro e quello delle nostre due città universitarie.

Era una delle ragioni della mia candidatura!

Io e il prof. Rino Stuppia, i due candidati Rettori, in un clima costruttivo di reciproca stima e di assoluto fair play, abbiamo iniziato il faticoso, ma entusiasmante giro di consultazioni con tutte le componenti del nostro Ateneo: i dipartimenti, il personale docente e tecnico amministrativo, gli studenti, etc.

È stato predisposto un fitto calendario di incontri di cui alcuni plenari, presso l’auditorium di Chieti e l’aula rossa di Pescara, aperti al pubblico.

Le “100 IDEE” di cui mi sono fatto portatore stanno alimentando il dibattito: c’è chi si dichiara d’accordo su tutto, chi mi rimprovera di non aver sottolineato abbastanza alcune criticità, chi è perplesso su alcune mie posizioni, ma soprattutto da questa riflessione collettiva stanno emergendo ulteriori suggerimenti, suggestioni, proposte.

Posso dire, a ragion veduta, che la nostra Università ha già raggiunto un risultato importantissimo: dal confronto dei due programmi elettorali ne scaturisce una prospettiva di complementarità che, indipendentemente dall’esito del voto, costituirà un riferimento solido per il prossimo Rettore.

Le idee hanno già vinto!  

Adesso c’è “solo” da stabilire chi sarà a portarle in attuazione, ma sia io che Rino sappiamo che dalle urne non uscirà un vincitore e uno sconfitto, ma una comunità scientifica più motivata, ricca di progetti e obiettivi per il futuro.

Ed eccole le “100 IDEE” contenute nel mio Documento Programmatico.   Per facilitarne la lettura le ho sintetizzate in forma di PILLOLE.

Il Messaggero 25.01.23
Il Centro 24.01.23

Invia il tuo commento/contributo al Programma Elettorale

    17 Gennaio 2023

    INIZIA LA CORSA ELETTORALE PER IL NUOVO RETTORE DELL’UNIVERSITA’ G. D’ANNUNZIO

    Mi candido!

    Dopo essermi consultato con molti colleghi, in questi mesi, ed aver ascoltato le loro riflessioni sul futuro della nostra Università, mi sono reso conto dell’utilità di una candidatura proveniente dal Polo di Pescara, complementare a quelle che ci potranno essere dall’area medica del Campus di Chieti, che tradizionalmente esprime i Rettori della nostra Università potendo contare sui due terzi della forza elettorale.

    Ho la assoluta convinzione che un cambio di prospettiva in tal senso possa essere molto utile alla nostra Università e che i benefici risulterebbero evidenti per entrambe le sedi, per entrambe le città e per tutti i Dipartimenti, a cominciare da quelli dell’area medica di Chieti che ovviamente godrebbero della massima attenzione.

    Ho già partecipato alle elezioni del 2017 e proprio da quell’esperienza traggo la convinzione che il confronto elettorale sia un momento straordinario in cui la comunità accademica nel suo complesso è chiamata a riflettere su sé stessa, discutere progetti, proporre strategie, ampliare i propri orizzonti.  Da questa fase scaturisce quel crogiuolo di idee che sarà la preziosissima dote consegnata al prossimo Rettore.  Ben vengano dunque più candidature!

    Saluto e ringrazio il Rettore uscente, prof. Caputi. Sergio è un amico, prima ancora che un collega. A lui va riconosciuto il merito di aver guidato con impegno la nostra Università in un periodo particolarmente tormentato: le vicende giudiziarie ereditate dalla precedente amministrazione, la pandemia, ora la crisi energetica e l’aumento dei costi di gestione.

    Certo, ci sono state alcune sue decisioni che non ho condiviso, a cui mi sono opposto nella mia qualità di Consigliere di Amministrazione, ad esempio quelle relative alla politica edilizia universitaria o all’idea di trasformare la nostra Università in una Fondazione privata, ma ho sempre espresso il mio dissenso pubblicamente, anche dal mio blog, con la franchezza e il rispetto che contraddistingue il nostro rapporto.

    Adesso aspetto il 23 gennaio, data di scadenza per la presentazione delle candidature, per potermi confrontare con gli altri colleghi candidati, ma già ora voglio augurare a loro e a tutta la comunità accademica dell’Università G. d’Annunzio una “buona campagna elettorale”, basata sul fair play, sulla stima e il rispetto reciproco.  Guardando al futuro della d’Annunzio sono fiducioso, non intravedo in questa competizione alcun pericolo da scongiurare, ma solo prospettive di crescita per la nostra Università e per i nostri territori di appartenenza.

    Dalle urne non uscirà un vincitore e uno sconfitto, ma una comunità scientifica più motivata, ricca di progetti, di idee e di obiettivi per il futuro.

    Il Centro 17.01.23
    Il Centro 04.01.23
    6 Ottobre 2022

    IL PROGETTO DEGLI HABITAT COSTIERI NELLA RICERCA E NELLA FORMAZIONE

    “A che punto sono i processi di trasformazione delle aree costiere italiane? In che modo i cambiamenti climatici, l’erosione, la fruizione turistica, la pressione insediativa stanno incidendo su uno degli ecosistemi più preziosi e delicati della penisola? Quali sono le best practice in ambito nazionale ed internazionale?”.

    Per dare risposta a queste domande Legambiente, l’Osservatorio Paesaggi Costieri Italiani, il Dipartimento di Architettura di Pescara e il Corso di Laurea in Scienze dell’Habitat Sostenibile di Pescara hanno organizzato la Conferenza internazionale dei paesaggi costieri “COSTE IN MOVIMENTO”, 6-7 ottobre 2022, Aurum Pescara.

    Nel video che segue è riportata la sessione “Il progetto degli habitat costieri nella ricerca e nella formazione“, in cui Carola Hein, Maria Chiara Tosi, Nicola Martinelli e Michelangelo Russo hanno presentato alcuni loro casi di studio, ed io ho provato a trarre le conclusioni.

     

    21 Febbraio 2022

    UNA RIFLESSIONE SUL PNRR A PARTIRE DALLA VICENDA EX COFA A PESCARA

    Torno ad occuparmi di un argomento di politica universitaria locale (l’ampliamento della sede universitaria di Pescara nelle aree dell’ex mercato ortofrutticolo) per esporre la mia posizione e per fare una riflessione di carattere più generale sull’utilizzo dei fondi di finanziamento del PNRR. 

    Nei giorni scorsi il CdA della mia Università (di cui faccio parte) ha posto in votazione la proposta di partecipare al bando dell’Agenzia della Coesione Territoriale per la realizzazione nell’area ex Cofa di Pescara di un edificio universitario denominato “EASSITECH (Ecosistema dell’Adriatico per la sostenibilità, salute, clima e innovazione tecnologica)”. I principali partner di questa iniziativa oltre all’Università G. d’Annunzio (soggetto proponente) sono: Regione Abruzzo, Comune di Pescara, Confindustria Chieti-Pescara, Camera di Commercio Chieti-Pescara, Fondazione Ud’A, Università Politecnica delle Marche.

    Io già in diverse occasioni – ricordo, ad esempio, un convegno sull’argomento tenutosi nella scorsa primavera (vai al link) – ho manifestato la mia contrarietà ad investimenti edilizi della nostra Università su aree pescaresi che non siano quelle di proprietà pubblica attigue al Polo Pindaro, dove sorge l’attuale sede universitaria.

    Mi riferisco all’ipotesi di qualche tempo fa, che era stata anche riportata dagli organi di informazione locale, di trasferire la sede universitaria pescarese (vai al link) o parte di essa proprio nell’area ex Cofa.  Allora mi opposi con fermezza a quell’ipotesi di trasferimento, totale o parziale, della sede universitaria pescarese in una localizzazione certamente prestigiosa, ma non adeguata alla nostre esigenze.

    Ora la delibera assunta del CdA riguarda la stessa area – l’ex Cofa – però un oggetto diverso: non più il trasferimento dell’Università, ma (come si legge nella delibera) – “un contenitore polifunzionale dove vengono svolte attività di innovazione tecnologica, formazione, ricerca e iniziative culturali” … che di fatto è l’Università!”

    La delibera assunta, per adesso, ci impegna anche alla copertura delle spese per la progettazione dell’intervento, stimate fino ad un massimo di 200.000 euro, che poi saranno affidate a soggetto esterno.   E’ chiaro però che a questi costi iniziali dovrebbero essere aggiunti quelli (non ancor preventivati, ma stimabili in qualche milione) per l’allestimento, gli arredi, le attrezzature, la manutenzione e la gestione nel tempo della struttura.

    Più volte, anche in sede di Consiglio di Amministrazione UdA, ho contestato al Rettore prof. Caputi che l’errore più grande che possiamo fare dal punto di vista urbanistico è quello di andare dietro alle opportunità edilizie che si presentano di volta in volta – che prese singolarmente possono anche apparire molto allettanti (come questa) – senza avere una visione complessiva, un’idea di città universitaria che vogliamo perseguire.

    Più volte ho sottolineato l’esigenza di portare in discussione, nelle sedi opportune, una visione d’insieme di un Piano di ampliamento e rigenerazione del Campus di Chieti e del Polo di Pescara, (chiamatelo “Masterplan”, chiamatelo “Progetto strategico”, chiamatelo come volete) e poi una volta condiviso il progetto complessivo di sviluppo, programmare un’attuazione per stralci funzionali ogni qualvolta il nostro bilancio ce lo consente o ogni qualvolta si presentano risorse straordinarie, senza più farci distrarre dalle sirene di proposte che non rientrano in questo disegno strategico.

    La mia idea – lo ricordo per l’ennesima volta – è che l’ampliamento della nostra Università a Pescara debba concentrarsi sulle aree di proprietà pubblica attigue al Polo Pindaro esistente, senza disperdere energie economiche e intellettive, su altre aree defunzionalizzate che ci sono in città o nell’area metropolitana e che ci vengono generosamente proposte dagli amministratori locali.  Le aree sul retro della nostra Università (quelle a fianco del Tribunale verso via Falcone Borsellino, per intenderci) sono di nostra proprietà: sono state oggetto di una permuta con l’edificio ex Aurum proprio allo scopo di realizzare l’ampliamento del Polo universitario pescarese.  Sempre allo stesso scopo in questi anni l’Università ha deviato il fosso Bardet che tagliava in due quelle aree e ha addirittura commissionato (e pagato) il progetto di ampliamento del “Nuovo Pindaro” ad uno degli studi di architettura più importanti d’Italia.  Per cui mi si deve spiegare la ragione per cui in questi ultimi anni invece di utilizzare quelle aree di “naturale espansione” le abbiamo lasciate in abbandono e siamo andati cercando altre aree su cui ampliarci in giro per la città.

    Sarebbe un errore procedere all’ampliamento del Polo universitario in aree diverse da quelle attigue, anche perché ci troveremmo con gli edifici universitari posti in siti satellite distanti qualche chilometro l’uno dagli altri.  La natura dei flussi di utenza delle attività universitarie impone la concentrazione dei servizi e degli spazi per la didattica e la ricerca.  La biblioteca deve essere il cuore pulsante (anche simbolico) della vita universitaria; le aule, i laboratori, i centri di ricerca, gli edifici di servizio per gli studenti (mensa, foresteria, studentato) e quelli a servizio delle attività di III missione (incubatori d’impresa, spazi per startup) devono essere tra loro facilmente raggiungibili perché i fruitori sono gli stessi studenti, docenti e tecnici amministrativi che si muovono quotidianamente da un edificio all’altro del campus a seconda dell’attività che devono svolgere. Le aree pedonali, le piazze, il verde, gli esercizi commerciali, le piste ciclabili, formano la rete connettiva di fruizione pubblica che garantisce la vita del complesso organismo universitario mettendolo in osmosi con il tessuto urbano circostante.  Questo è un Campus urbano!

    Per capirci – quindi – se la proposta di un nuovo Centro di eccellenza a servizio delle attività universitarie pescaresi avesse potuto riguardare, anziché le aree ex Cofa, quelle aree in disuso di nostra proprietà sul retro del Polo Pindaro di cui ho detto, oppure la Caserma dei Vigili del Fuoco o la caserma Cocco, attigue alla nostra sede universitaria, io avrei plaudito all’operazione, purtroppo invece così non è, data la natura e i vincoli imposti dal bando stesso.

    Ampliando l’Università sulle aree di proprietà sul retro del Polo esistente, e coinvolgendo nel processo di rigenerazione la caserma dei VV.FF. e la ex Caserma Cocco (sedi ideali per servizi agli studenti e neo laureati), si trasformerebbe il Polo Pindaro in un vero e proprio Campus urbano; una cittadella universitaria aperta alla città con casa dello studente, foresteria, mensa, spazi di coworking per start up, etc. Tutta la zona di Porta Nuova ne avrebbe un evidente beneficio.

    L’ex Cofa, dal canto suo, ha un potenziale enorme, probabilmente è la più pregiata tra le aree defunzionalizzate pescaresi, è comprensibile che gli enti locali chiedano all’Università di farsi promotrice del suo processo di trasformazione.  Meno comprensibile è l’atteggiamento dell’Università che si lascia “tirare per la giacchetta” senza aver ancora messo a fuoco un suo disegno strategico di ampliamento delle strutture universitarie.  Senza parlare del fatto che un’area di waterfront così strategica come l’ex Cofa, cerniera tra la città, il lungofiume e il porto turistico, ha una vocazione evidente per un utilizzo aperto al pubblico.  E l’Università, per sua natura, non può garantire questo tipo di uso pubblico “aperto” alla cittadinanza: le aule universitarie, i suoi uffici, i suoi laboratori dotati di costose attrezzature, non possono essere di libero accesso.  Tuttalpiù si possono lasciare aperti alcuni percorsi di attraversamento tra le strutture.  E questo non è esattamente quello che ci si aspetta da un’operazione strategica di waterfront che vuole invece spazi pubblici e attrezzature collettive di libera fruizione, magari di riferimento territoriale, come si vedono in tutti gli waterfront del mondo.

    Morale della favola: la delibera del CdA è stata comunque assunta. Io, per le ragioni esposte, ho votato contro. Non è da escludere che il progetto possa essere finanziato dal Ministero… vedremo.

    Cosa ci insegna questa vicenda?

    Che la logica di aggiudicazione del finanziamento straordinario (fondi europei, PNRR, fondi ministeriali, etc.) vince sulla logica di individuazione delle esigenze collettive.

    Le opere pubbliche oramai si realizzano non tanto in ragione di uno studio complessivo dei fabbisogni, delle prospettive e delle sinergie che possono determinare, ma in ragione delle occasioni “random” che derivano dai bandi competitivi di finanziamento.  Può succedere che un’opera pubblica venga promossa sui tavoli decisionali non perché risponde ad una richiesta specifica della collettività, ma perché risponde alle caratteristiche tecniche (in termini di punteggi da attribuire) richieste dal bando di gara.

    Quante volte è successo che un progetto europeo si sia trasformato da un fattore di merito ad un problema collettivo? Quante volte la rendicontazione del progetto europeo è diventato il vero obiettivo su cui si sono focalizzati tutti gli sforzi degli enti locali, indipendentemente dall’utilità pubblica di ciò che si sta realizzando? A volte addirittura questo disallineamento tra obiettivi politico-amministrativi (ottenere il finanziamento e rendicontarlo) e obiettivi sociali (ottenere interventi che soddisfino le esigenze reali espresse dalla comunità) porta all’insorgere di fenomeni di rifiuto da parte della popolazione residente (effetto NIMBY).

    Attenzione perché se questo ragionamento fosse corretto, a livello nazionale noi ci potremmo ritrovare tra qualche anno ad essere riusciti a realizzare tutti i progetti del PNRR, per poi accorgerci che molte delle opere costruite non sono prioritarie rispetto ai fabbisogni collettivi.

    E allora forse sarebbe meglio lasciarci sfuggire qualche “occasione imperdibile” di finanziamento straordinario, concentrandoci solo su quegli interventi che effettivamente rientrano nella visione strategica di città (universitaria) che vogliamo perseguire.

    C’è materia su cui riflettere…

    Il Messaggero 2 marzo 2022
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