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6 Settembre 2018

TEST INGRESSO ARCHITETTURA: AUGURI RAGAZZI… IL FUTURO E’ VOSTRO!

Come ogni anno in questa stagione si perpetua il rito dei test di ingresso alle facoltà a numero chiuso: università affollate, facce segnate dalla tensione, genitori in apprensione, bar pieni di avventori, etc.  È certamente un momento importante per tutti questi giovani e per le loro famiglie, dove è in gioco una buona parte dei loro sogni.

Nel panorama nazionale sono oramai diversi anni che si registra una diminuzione delle iscrizioni ai test di ingresso dei corsi di laurea in Architettura.  Quest’anno le iscrizioni a livello nazionale sono state 7.986 contro le 9.340 del 2017: in un solo anno c’è stato un calo di ben 1.354 domande, il 15% sul totale!

Il fenomeno è strutturale e riguarda la crisi economica e la contrazione del mercato edilizio di quest’ultimo decennio, oltre ad un oggettivo surplus di architetti per abitante rispetto alla media europea. Anche da noi a Pescara si è registrato un calo di domande per il corso di laurea in Architettura passando dai 120 iscritti al test dello scorso anno ai 100 di quest’anno.

Con il meccanismo delle seconde scelte (la possibilità dei candidati di esprimere più di una preferenza della sede universitaria) ci attendevamo anche quest’anno poco più di un centinaio di matricole, ma poi è successo un fatto imprevedibile…

Quest’anno i test di ingresso obbligatori per l’iscrizione alla laurea magistrale LM4 in Architettura sono stati particolarmente selettivi! (Ricordo – a beneficio di chi non lo sappia – che i test sono identici in tutto il territorio nazionale e che le domande sono preparate dal Ministero attraverso il Consorzio Cineca).  Alcuni dati per comprendere il fenomeno.  A livello nazionale nel 2017 ci sono state 9.340 iscrizioni al test di ingresso di Architettura; 7.861 sono stati coloro che si sono effettivamente presentati (l’84% degli iscritti) e 7.704 sono stati coloro che hanno superato il test (il 98% dei presenti).  Quest’anno a fronte di 7.986 iscritti al test  (l’85% rispetto al 2017) e 6.779 presenti (l’85% degli iscritti) solo 5.720 sono risultati idonei (l’84% dei presenti).

Se il dato nazionale è preoccupante nel nostro Corso di Studio di Pescara le cose sono andate ancora peggio perché a fronte di 100 iscritti al test (l’83 rispetto al 2017) si sono presentati in 88 (il 91% degli iscritti), ma gli idonei sono risultati essere il 69% dei presenti: solo 61!   In pratica da noi mentre il calo delle iscrizioni è allineato al dato nazionale, risulta essere sorprendentemente più bassa la percentuale di coloro che hanno superato il test! Il fenomeno è stato talmente eclatante che se ne è occupata diffusamente anche la stampa.

Il Messaggero 21 settembre 2018

Per fortuna il nostro Dipartimento ha avuto l’intuizione di comprendere il fenomeno del calo delle immatricolazioni già qualche anno fa ed è corso ai ripari affiancando alla laurea quinquennale in Architettura il nuovo corso di laurea triennale in Design, che ha avuto un immediato successo in termini di iscrizioni e che assicura al Dipartimento la tenuta sotto il profilo del numero di nuove matricole.  Nell’anno di inaugurazione del Corso di Studi in Design abbiamo avuto addirittura 450 matricole, tanto che l’anno successivo siamo stati costretti a mettere il numero chiuso.   Quest’anno su 80 posti disponibili a Design sono state quasi 300 le domande.

Tornando al calo di studenti ad Architettura io seguo il fenomeno con grande attenzione, però non do un’interpretazione esclusivamente negativa, ma al contrario leggo il bicchiere mezzo pieno.  Ora il Corso di Studi ha un rapporto studenti/docenti ottimale, spazi adeguati, dotazioni infrastrutturali commisurate all’utenza, laboratori funzionali.  I programmi Erasmus e le convenzioni internazionali del Dipartimento consentono a tutti gli studenti interessati di poter svolgere significative esperienze di studio all’estero.  Insomma le condizioni ideali per poter svolgere al meglio le attività didattiche. Se mi ricordo come era la situazione quando studiavo io negli anni ottanta… aule sovraffollate, difficoltà a poter parlare con i professori, attrezzature sottodimensionate, laboratori inefficienti.

Adesso è importante saper trasformare questa criticità in potenzialità, qualificando l’offerta formativa, aggiornandola e specializzandola sulla base delle esigenze espresse dalla società contemporanea, che non richiede più consumo indiscriminato di suolo, ma al contrario salvaguardia e riqualificazione dei territori a rischio (sismico, idrogeologico, ambientale); difesa dei patrimoni paesaggistici, storici ed architettonici; rigenerazione urbana delle aree periferiche delle nostre città, se necessario demolendo e ricostruendo il patrimonio edilizio obsoleto in gran parte costruito negli anni del boom economico.

Alla crisi si risponde con la capacità di interpretare i fenomeni e di individuare soluzioni adeguate.

Questo è l’impegno del nostro Dipartimento!

14 Agosto 2018

E’ CROLLATO IL VIADOTTO MORANDI A GENOVA!

A dirlo mi sembra impossibile… stamattina il viadotto sul Polcevera, a Genova, è venuto giù.

E’ collassato uno dei tre piloni e si è portato dietro la campata sul torrente. Se fosse crollato uno degli altri due piloni, ad esempio quello centrale che sovrasta le case di via W. Fillak, o se il crollo fosse avvenuto in una mattina feriale qualsiasi, con il ponte intasato dalle automobili in coda in attesa di uscire dal casello autostradale, il bilancio delle vittime avrebbe potuto essere ancora più drammatico.

E’ una tragedia di proporzioni enormi. Prima di tutto lo è per le famiglie delle vittime, la cui conta in queste ore non è ancora terminata, e poi per l’intera comunità genovese, che non perde solo un’infrastruttura stradale, ma il simbolo di una stagione vissuta da protagonista, quella del boom economico degli anni ’60.

Il Morandi era un’immagine iconica per Genova. Un ponte bellissimo, in c.a., quasi unico nel suo genere, con quella struttura a cavalletti rovesciati con gli stralli di acciaio rivestiti di calcestruzzo precompresso. Una progettazione ardita, che sembrava aver modificato i paradigmi dell’ingegneria aprendo nuove frontiere nell’utilizzo del cemento armato.

In realtà il ponte si dimostrò ben presto drammaticamente fragile, e furono necessari continui lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria, lavori che erano in corso anche al momento del crollo. Probabilmente uno dei ponti più studiati, più monitorati e più manutenuti d’Italia: ma non è bastato.

Un ponte “malato”, si diceva a Genova, che ha bisogno di cure amorevoli costanti; e forse proprio questa sua immagine delicata, non solo dal punto di vista visivo, lo aveva fatto entrare nel cuore dei genovesi che lo avevano eletto come uno degli elementi identificativi della città.

Era un ponte autostradale, ma in realtà era utilizzato quotidianamente da tutti per muoversi da una parte all’altra della città.  Chi è nato a ponente come me lo attraversava anche un paio di volte al giorno. Gli amici e i parenti che ho sentito in queste ore mi parlano tutti dell’ultima volta che lo hanno percorso… alcuni poche ore prima del crollo. E’ curioso… ne parlano come di un caro amico improvvisamente scomparso di cui si ricordano gli ultimi istanti vissuti insieme.

Ora è il momento del silenzio e del cordoglio per le vittime.

Domani dobbiamo aspettarci un’alluvione di polemiche sui giornali, sulle TV e soprattutto sui social: pareri tecnici di ingegneri improvvisati, processi sommari a presunti colpevoli, speculazioni politiche di basso profilo, manifestazioni di intenti irrealizzabili, sproloqui su altri crolli imminenti, … Tutti vomiteremo le nostre convinzioni per esorcizzare le nostre paure. Domani sarà così.

Ma quando il fumo delle polemiche si sarà dissolto, ci renderemo conto che il crollo del Ponte sul Polcevera può rappresentare una svolta decisiva nelle politiche di sviluppo nazionali. Una presa di coscienza definitiva che il nostro patrimonio edilizio ed infrastrutturale, costruito in gran parte negli anni che vanno dal dopoguerra al boom economico, è obsoleto e va demolito e ricostruito. Ad incominciare dalle grandi opere d’arte infrastrutturali che vanno monitorate con le più moderne tecnologie sensoristiche, per finire con le periferie urbane, a cui il palliativo della rigenerazione urbana low cost degli spazi pubblici effettuata per lo più con fondi europei – pur apprezzabile – non basta più.  Bisogna demolire e ricostruire le case per renderle più sicure e performanti! E quindi bisogna organizzare di conseguenza le agende politiche ed economiche. Sarà complicatissimo, ma è improrogabile!

Per Genova il crollo del Ponte sul Polcevera può avere conseguenze ancora più importanti. Innanzitutto perché l’immagine della Val Polcevera con la campata monca rimarrà lì ancora per chissà quanto tempo, a ricordarci il dolore di questi giorni; una sorta di ground zero genovese.

Poi perché la frattura di un ramo così importante della rete viaria, separerà la città in due per anni, con ripercussioni gravi sul traffico e quindi sul sistema economico cittadino. Ricordiamoci che il ponte oltre ad essere un’infrastruttura essenziale del sistema autostradale tirrenico verso la Francia, era il principale connettore a livello urbano del ponente cittadino e costituiva un collegamento primario del porto e dell’aeroporto con la rete viabilistica nazionale.

Non sarà  un risveglio facile domani. Non sarà facile rialzarsi… ma la mia Genova ancora una volta ce la farà!

Rete8 - TG 17.08.18
Rete8 - TG 17 agosto 2018
Il Centro 17 agosto 2018
SOPRA - Immagini storiche che in queste ore stanno facendo il giro della rete: la copertina della Domenica del Corriere del 1 marzo 1964 che, celebra l'imminente apertura del Viadotto Morandi, e una cartolina di Genova della prima metà degli anni '70 con il ponte di Rivarolo e la strada sopraelevata, simboli di una Genova proiettata nel futuro con le sue infrastrutture all'avanguardia. SOTTO - In questi momenti tristi, mi viene naturale ricordare la mia città con due canzoni, tra le mille che si potevano scegliere. La prima è una vera e propria poesia in musica in lingua genovese di Faber, conosciutissima; la seconda è una delicatissima versione inglese, poco conosciuta, di un celeberrimo brano genovese. Entrambe emozionanti.
10 Maggio 2018

INDAGINE DELLA GUARDIA DI FINANZA SUI DOCENTI DI ARCHITETTURA E INGEGNERIA

Si è conclusa proprio in questi giorni l’indagine della Guardia di Finanza in tutto il territorio nazionale sugli incarichi extra istituzionali dei docenti delle Facoltà italiane di Architettura e Ingegneria.  Il Dipartimento di Architettura di Pescara ha avuto 11 docenti sottoposti ad accertamenti al termine dei quali non è stato contestato nessun illecito (solo un vizio procedurale per un docente).

Desidero pubblicamente ringraziare la Guardia di Finanza che ha svolto il suo compito con grande professionalità e circospezione. Gli accertamenti del rispetto delle regole sono alla base di una società civile e democratica, per cui ben vengano: le nostre porte saranno sempre aperte!

L’occasione mi induce nel contempo a manifestare la mia preoccupazione per il clima di diffidenza e denigrazione che in questi anni stiamo registrando nei confronti del mondo della scuola, dell’università e della cultura in generale. La figura del professore negli ultimi decenni ha perso progressivamente autorevolezza nella società italiana: prova ne siano i livelli stipendiali – tra i più bassi d’Europa – o gli episodi di bullismo e di aggressione fisica a danno dei professori che le cronache di questi giorni stanno portando alla luce.

Ed è per questo che, per quanto riguarda lo svolgimento di attività extraistituzionali da parte dei professori universitari, tengo a ribadire che non è solo un diritto dei docenti poterle svolgere – nelle forme sancite dalla legge – ma è anche un loro dovere scientifico!  Come possono insegnare materie così professionalizzanti come l’Architettura e l’Ingegneria, se non hanno la possibilità di sperimentarle sul campo?

Provate a pensare ad un’altra scienza, la medicina: sareste contenti se vostro figlio, studente di chirurgia, avesse dei docenti che non sono mai entrati in una sala operatoria?

Il Centro 09.05.18
1 Giugno 2017

PERIFERIE URBANE: LA SCOMMESSA DEL FUTURO

Dopo i recenti fatti di cronaca che hanno avuto come teatro le periferie urbane abruzzesi – di ieri lo sgombero forzato per motivi di ordine pubblico di un quartiere a Montesilvano abitato prevalentemente da extracomunitari – Il Messaggero mi ha chiesto a caldo alcune sintetiche considerazioni sullo stato delle periferie italiane e sulle prospettive per il loro futuro…

18 Aprile 2017

DOCUMENTO PROGRAMMATICO – PARTE 3

Il Messaggero riporta alcuni temi estratti dalla terza parte del mio Documento programmatico.

10 Aprile 2017

PROSSIMAMENTE ALL’UNIVERSITA’

Continua la politica di apertura alla città e al territorio del Dipartimento di Architettura.  Dopo la bellissima iniziativa di sabato scorso quando le nostre aule sono state festosamente invase dagli alunni e dalle maestre delle scuole primarie di Pescara che partecipano al programma di ricerca sperimentale sul mondo dell’infanzia nelle periferie urbane, sono in arrivo altri due importanti appuntamenti. Martedì 11 aprile ci sarà l’Open Day e migliaia di studenti delle scuole superiori verranno a visitare i Dipartimenti del Polo Pindaro a Pescara e potranno assistere alle lezioni, visitare i laboratori e avere informazioni sui corsi di studio: una grande “fiera” universitaria.  Venerdi 5 maggio ci sarà il momento clou: il Dipartimento di Architettura conferirà la Laurea honoris causa al maestro Ettore Spallettiartista di fama internazionale nato e tuttora residente a Cappelle sul Tavo. La cerimonia per il conferimento dell’onorificenza al maestro Spalletti sarà uno dei momenti maggiormente emozionanti della storia del nostro Dipartimento.  Il culmine di un percorso di ricerca sul rapporto tra arte e architettura, o meglio tra spazio, luce, colore e forma, che vede nel maestro Spalletti un protagonista di valore assoluto.  Oltre alla cerimonia solenne sono in programma altre iniziative come la mostra delle sue opere allestita dalla Galleria Vistamare e la visita alla sua opera più recente, la cappella e la sala del commiato di Villa Serena a Città S. Angelo.

…ma avremo occasione di riparlarne!

Il Messaggero 11 aprile 2017
8 Aprile 2017

L’UNIVERSITA’ DEI BAMBINI

Questa mattina le aule del Dipartimento di Architettura del Polo Pindaro sono state festosamente “invase” dagli alunni e dalle maestre delle scuole primarie.

1 Aprile 2017

DOCUMENTO PROGRAMMATICO – parte 1

Il Messaggero riporta alcuni temi estratti dalla prima parte del mio Documento programmatico

26 Marzo 2017

LA CAMPAGNA ELETTORALE ENTRA NEL VIVO

Dopo le dimissioni di Carmine di Ilio dalla carica di Rettore dell’Università G. d’Annunzio, la campagna elettorale per la sua successione entra nel vivo. Sei i candidati: L. Capasso, S. Caputi, P. Fusero, M. Rea, L. Stuppia e S. Trinchese.  Ai miei colleghi candidati voglio augurare un sincero in bocca al lupo! Il periodo che ci attende sarà intenso e proficuo: finalmente si parlerà di futuro della nostra Università e le riflessioni che scaturiranno dal dibattito e dagli stessi programmi elettorali saranno un prezioso crogiuolo di idee per il prossimo Rettore e per tutta la nostra comunità scientifica.

Questa è l’Università che ci piace!

Il Centro 26 marzo 2017
16 Marzo 2017

L’ASSE ATTREZZATO DI PESCARA COME LA SOPRAELEVATA DI GENOVA

Il Messaggero mi ha chiesto un commento sull’ingresso a Pescara dall’asse attrezzato e sul nuovo skyline …

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