1 Giugno 2017

PERIFERIE URBANE: LA SCOMMESSA DEL FUTURO

Dopo i recenti fatti di cronaca che hanno avuto come teatro le periferie urbane abruzzesi – di ieri lo sgombero forzato per motivi di ordine pubblico di un quartiere a Montesilvano abitato prevalentemente da extracomunitari – Il Messaggero mi ha chiesto a caldo alcune sintetiche considerazioni sullo stato delle periferie italiane e sulle prospettive per il loro futuro. Naturalmente i tempi giornalistici non consentono riflessioni approfondite ed articolate, che andranno comunque fatte nelle sedi opportune, ma è oramai chiaro che la grande scommessa per il futuro delle città, di piccola media o grande dimensione, consiste proprio nella capacità di coniugare sviluppo e sostenibilità ambientale, sociale ed economica in una logica inclusiva che veda le periferie al centro di una grande strategia nazionale.

Considerando la complessità delle situazioni specifiche, le periferie contemporanee da componenti urbane marginali portatrici di conflittualità, possono diventare le grandi occasioni per lo sviluppo delle nostre città, in una logica di contenimento del consumo di suolo basata su una pluralità di azioni: dalle riconnessioni infrastrutturali (con particolare attenzione alla slow mobility), ai progetti “macro” di rilocalizzazione di importanti funzioni urbane, ai progetti “micro” di rigenerazione urbana (fisica, ambientale e sociale).

Il Messaggero 1 giugno 2017
Professore Ordinario di Urbanistica Dipartimento di Architettura Università G. d'Annunzio Chieti-Pescara
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