6 Maggio 2019

ALL’UNIVERSITA’ G. d’ANNUNZIO FILM E LEZIONI SUI CAMBIAMENTI CLIMATICI

Giovedì 9 maggio alle ore 20:00 in aula rossa del Polo Pindaro a Pescara si terrà la proiezione del secondo film di Al Gore sui cambiamenti climatici.

Il ciclo di incontri multidisciplinari sui cambiamenti climatici organizzato dal Dipartimento di Architettura di Pescara è dunque arrivato al giro di boa conclusivo: mancano ancora 2 lezioni delle 9 previste. Si sono alternati in cattedra scienziati provenienti dai principali centri di ricerca nazionali: dal climatologo al medico, dall’economista al geopolitico, dal biologo all’oceanografo, dal geologo all’architetto, ognuno approfondendo gli effetti del global warming dal suo punto di vista.

Ne sta emergendo una posizione pressoché univoca nell’indicare la stretta correlazione tra l’innalzamento delle temperature medie del nostro pianeta con l’aumento delle emissioni di Co2 in atmosfera, dovuto principalmente all’utilizzo di combustibili fossili.

Ci spiega il prof. Piero di Carlo fisico dell’atmosfera dell’Università G. d’Annunzio. “La Terra ha visto mutamenti climatici importanti nella sua lunga storia, basti pensare alle ere glaciali che si sono succedute. Questi cambiamenti però si sono verificati su scale temporali molto ampie, di centinaia di migliaia di anni e per cause esterne come le variazioni orbitali del pianeta, o le eruzioni vulcaniche estese su vasta scala. Oggi invece si osservano fenomeni di modificazione molto rapidi misurati in qualche decina di anni”.

“Ci dobbiamo preoccupare?” hanno domandato gli studenti. Anche qui la risposta degli scienziati è stata univoca: più che preoccupare ci dobbiamo occupare seriamente del problema, prestando molta attenzione a ciò che dicono le evidenze scientifiche. Oramai non si parla più, come si faceva qualche decina di anni fa, di riduzione dei fenomeni, ma di stabilizzazione dei livelli attuali.

Gli effetti dei cambiamenti climatici d’altronde sono sotto gli occhi di tutti: fenomeni atmosferici estremi, biodiversità modificate, scioglimento dei ghiacciai, innalzamento del livello dei mari, desertificazione dei suoli agricoli, etc.

Come ci ha spiegato il Prof. Bologna dell’Università dell’Aquila, stanno addirittura aumentando i rischi sanitari, sia a causa degli agenti inquinanti presenti nell’aria, nell’acqua e nel suolo, sia a causa delle temperature più calde che favoriscono la schiusa delle uova dei principali vettori di malattie infettive come la zanzara Anopheles”.

In questi giorni si parla molto di cambiamenti climatici grazie al movimento giovanile #Fridays for Future nato intorno alla figura di Greta Thunberg, la ragazzina svedese divenuta oramai un simbolo. Io vedo con favore questo movimento perché, al di la degli eccessi mediatici, può essere il grimaldello comunicativo per un cambio culturale epocale. Perché alla fine proprio di questo si tratta: una questione culturale.

Bisogna comprendere i fenomeni, capirne la cause, valutarne i rischi per indurre le persone a cambiare stile di vita. E non mi sto riferendo a modelli socioeconomici di “decrescita felice”, ma mi sto riferendo a comportamenti individuali e collettivi improntati all’economia circolare, alla sostenibilità ambientale, al riciclo. Moltissimi posti di lavoro potenziali, per intenderci, anche su scala locale. Per noi architetti significa: edifici ad alte performance energetiche; consumo di suolo zero abbinato alla rigenerazione del patrimonio edilizio esistente; forestazioni urbane, greenway e mobilità sostenibile; industria 4.0, eco-distretti industriali simbiotici, etc.”

E’ importante che le Università si facciano carico di queste tematiche aggiornando i programmi didattici dei Corsi di Studio esistenti e attivando nuovi percorsi formativi allo scopo non solo di sensibilizzare le giovani generazioni al rispetto del nostro pianeta, ma anche di formare una nuova generazione di “tecnici dell’habitat sostenibile” capaci di confrontarsi con le grandi sfide globali che li attendono: diventare i protagonisti di una città e di un territorio che nel futuro sempre più̀ si dovranno confrontare con gli effetti dei cambiamenti del clima.

Il Messaggero 08.05.19
Il Centro 09.05.19
Professore Ordinario di Urbanistica Dipartimento di Architettura Università G. d'Annunzio Chieti-Pescara
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