17 Novembre 2017

IL “SISTEMA METROPOLITANO MULTIPOLARE ABRUZZESE”

In occasione dell’incontro presso i locali del Museo Universitario di Chieti sul tema “Metamorfosi urbane”, Il Centro mi ha chiesto una riflessione sul futuro dell’area metropolitana Chieti-Pescara proprio nei giorni in cui è vivo il dibattito sul disegno di legge regionale che dovrebbe istituire entro il 1° gennaio 2019 la cosiddetta “Nuova Pescara”, frutto della fusione dei comuni di Pescara, Montesilvano e Spoltore.

E’ mia opinione che questo progetto di fusione debba considerarsi come un primo passo verso la definizione di un sistema metropolitano più ampio che comprenda altri comuni, per l’appunto quelli della provincia di Chieti che si attestano sul bacino inferiore del fiume Pescara.

I tempi e la road map indicati nella proposta di legge – a mio avviso – non sono adeguati alla complessità dei fenomeni, anche se penso che questa “forzatura” possa essere un impulso salutare per dare una prima spinta e mettere in moto una riflessione sulle opportunità che possono derivare da forme di collaborazione istituzionale e di razionalizzazione dei servizi essenziali da parte di associazioni di comuni, a cominciare dal ciclo dei rifiuti e dell’acqua, dal trasporto pubblico locale, dall’approvvigionamento energetico per finire a questioni strategiche come la pianificazione urbanistica, la tutela ambientale o il marketing territoriale.

Le prospettive sono interessanti, i margini di crescita di quello che potrebbe essere definito come “Sistema Metropolitano Multipolare Abruzzese” ci sono, però esiste una conditio sine qua non: è necessario abbandonare ogni logica di campanile e comprendere che la competizione globale a cui saremo chiamati nell’immediato futuro impone che il nostro territorio ragioni in termini di sistema organico integrato, condividendo obiettivi comuni e valorizzando le specificità di ciascuna realtà territoriale che lo compone.

Professore Ordinario di Urbanistica Dipartimento di Architettura Università G. d'Annunzio Chieti-Pescara
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