16 Giugno 2020

LE DISCOTECHE RIAPRONO E LE UNIVERSITA’ NO… CI SARA’ UN MOTIVO!?

[Sono stati mesi impegnativi questi ultimi durante i quali docenti e studenti, con una full immersion lavorativa encomiabile, hanno garantito la completa continuità dell’attività didattica. Le lezioni, gli esami e le tesi sono state riconvertite on line e non hanno subito flessioni così pure l’attività tecnico amministrativa. Altro che chiuse… le Universitá non si sono mai fermate!]

 

 

In questi giorni si sta molto discutendo a livello nazionale su come attuare le (forse troppe) direttive in materia di emergenza sanitaria Covid-19.  Siamo ancora in fase II, ma tutti abbiamo già lo sguardo proiettato verso la fase III, che per le Università coincide grosso modo con il primo ciclo di lezioni del prossimo a.a. 2020-21.

Dagli organi di informazione apprendiamo di pareri contrastanti tra gli scienziati in merito alla previsione di una seconda ondata autunnale di Covid-19, che per alcuni è inevitabile, per altri è solo probabile.  Pareri diversi sono stati espressi recentemente dalla comunità scientifica addirittura in merito alla capacità di contagio degli asintomatici.

Neanche il Ministero dell’Università ha assunto fino ad oggi una posizione chiara circa le modalità di svolgimento della didattica nella fase III.   Il susseguirsi di interviste di questi giorni al Ministro Manfredi ha portato alcune testate giornalistiche ad interpretare che le lezioni in presenza sarebbero riprese a febbraio, altre a dare per certa la riapertura a settembre, e altre ancora a parlare (senza capirci un granché) di un doppio canale didattico misto.

In questo stato di incertezza gli Atenei sono chiamati a prendere provvedimenti importanti e a comunicarli (adesso, non tra qualche mese) attraverso le attività di orientamento alle famiglie degli studenti e delle future matricole che si stanno apprestando a loro volta a prendere decisioni rilevanti.

È bene ricordare che applicando alla lettera le Linee Guida INAIL sul distanziamento sociale le nostre aule universitarie vedrebbero la capienza ridursi a 1/4-1/5 dei posti a disposizione (per intenderci in un’aula da 100 posti potrebbero trovare posto al massimo 20-25 studenti).

In merito tutto ciò esprimo alcune perplessità sull’ipotesi di un eventuale piena ripresa delle attività didattiche in presenza già a partire da settembre, per una serie di ragioni.

  • Distanziamento sociale. Come detto le nostre aule vedrebbero ridurre la capienza a 1/4-1/5 dei posti a disposizione.  Come fare a garantire il rispetto delle norme di distanziamento sociale e dell’uso corretto dei dispositivi di protezione? Dovremmo forse fare delle turnazioni degli studenti che possono assistere in presenza, 20 in aula e 80 a casa?  Organizzarci in altri spazi, ma quali? Sperimentare le lezioni all’aperto fin tanto che la stagione lo consente?  Duplicare i corsi?
  • Metodologia didattica. In questi mesi di lockdown dopo un iniziale smarrimento abbiamo imparato ad utilizzare la piattaforma Teams in tutte le sue potenzialità ed è mia opinione che per particolari tipologie di lezioni si sia rilevata più performante di quanto immaginassimo.  Intanto ci ha dato la possibilità di non sospendere l’attività didattica, e non è poco!  Poi abbiamo imparato che la piattaforma da la possibilità di “ingegnerizzare” le lezioni dividendole in moduli didattici rigorosi (anche preregistrati) di 15-20 minuti l’uno; abbiamo utilizzato le sessioni Live di interazione per mantenere attiva la classe virtuale con domande e commenti; abbiamo capito che possiamo offrire agli studenti, attraverso specifici test da effettuarsi subito dopo aver assistito alla lezione, la possibilità di misurare in tempo reale il loro processo di apprendimento individuale; abbiamo arricchito le lezioni con contenuti extra (video, siti, bibliografie interattive, etc.)  Non sto ovviamente dicendo che la presenza degli studenti in aula sia tranquillamente sostituibile da una piattaforma telematica!  Conosco bene il valore imprescindibile dell’interazione delle intelligenze tipica dei processi di apprendimento in presenza.  E soprattutto so bene che ci sono materie e attività didattiche che si prestano meglio di altre ad essere erogate in forma digitale.  Sto solo dicendo che l’upgrade informatico a cui siamo stati costretti dal lockdown è un patrimonio di innovazione che non va disperso, anzi se possibile va perfezionato e messo in sinergia con i metodi tradizionali di trasmissione del sapere.
  • Telecamera nelle aule. Chiarito che la didattica frontale e la teledidattica sono profondamente diverse (per metodologie di apprendimento, tempi di erogazione, mezzi di comunicazione, strumenti di supporto) e che non sono alternative una dell’altra, casomai possono essere fra loro complementari, la risposta “blended” da più parti ventilata che consiste nella telecamera che riprende il professore mentre fa la lezione frontale a quei pochi studenti cui è consentito entrare nelle aule, a mio modo di vedere, non è utile al nostro scopo prioritario, che è quello di mantenere alto il profilo qualitativo della didattica. Non è possibile fare contestualmente buona didattica in presenza e buona didattica a distanza.  Se devo fare teledidattica molto meglio continuare ad utilizzare la Piattaforma Teams (o altre piattaforme progettate specificamente per l’e-learning).  Viceversa, se devo fare lezione frontale, dove il tono colloquiale fa parte della metodologia di trasmissione del sapere, sia io che gli studenti che interagiscono con domande e commenti, preferiamo non essere ripresi in diretta e trasmessi in streaming via web.
  • Responsabilità oggettive in caso di contagio. Su questo punto non ho certezze, magari chiedo ai colleghi giuristi se ce ne siano; anche se credo che il terreno sia scivoloso, almeno questa è l’opinione che mi sono fatto avendo seguito sui media il dibattito sollevato dai datori di lavoro in questa fase II.  Mi chiedo: se uno studente si dovesse contagiare durante una lezione in aula (è dimostrabile?), di chi è la responsabilità? Del Rettore? Del Direttore? Del Professore in aula?

A fronte delle riflessioni e dei dubbi sopra esposti; nell’incertezza di quello che potrà accadere in autunno; nella necessità di dare immediatamente (non tra qualche tempo) una risposta chiara e rassicurante alle famiglie dei nostri studenti, il Consiglio del Dipartimento che dirigo pro tempore ha deliberato le seguenti proposte in merito alla ripresa delle attività didattiche dei CdS di Architettura e Design nel nuovo anno accademico 2020-21:

  1. gli esami e le tesi di laurea della sessione estiva di luglio sono previsti in modalità on-line;
  2. il test di ingresso al Corso di Laurea in Architettura è organizzato in modalità on-line;
  3. non è previsto per l’a.a. 2020/21 il numero chiuso e il conseguente test di ingresso per l’accesso al CdS in Design;
  4. gli Esami di Stato per l’esercizio della professione di Architetto della prima sessione di luglio 2020 sono programmati in modalità on-line;
  5. le attività didattiche teoriche con prevalenza di lezione ex cathedra sono state calendarizzate nel primo semestre;
  6. le attività didattiche che prevedono una attività esercitativa che necessita di un’interazione diretta docente-studente (in particolari i laboratori di progettazione) sono state spostate nel secondo semestre;
  7. le attività didattiche del primo semestre 2020-21 saranno progettate per essere erogate integralmente on-line attraverso la Piattaforma Teams;
  8. le attività didattiche del secondo semestre 2020-21 si svolgeranno regolarmente nelle aule in presenza (a meno ovviamente di eventuali diverse disposizioni ministeriali in relazione all’andamento della curva epidemiologica);
  9. le attività di ricerca, riprese già nella fase II, andranno a regime regolarmente nella fase III, con docenti, ricercatori, borsisti, tesisti, etc. che nell’osservanza rigorosa delle disposizioni sanitarie tornano gradualmente a ripopolare gli uffici del nostro Dipartimento;
  10. Per quanto riguarda il personale e le attività t.a.b. ci stiamo attenendo al piano di rientro predisposto dal DG. Anche qui però sottolineando l’importanza di non disperdere il valore dell’esperienza smart working, che potrebbe essere utile mantenere, ovviamente in percentuali e modalità studiate ad hoc, anche nella fase di ritorno alla “normalità”.

Queste considerazioni, che ho svolto a partire da un angolo visuale preciso, quello del Dipartimento di Architettura di Pescara e dei suoi Corsi di Laurea, penso siano comuni anche ad altri Corsi di Laurea, soprattutto quelli ad alto numero di studenti che hanno difficoltà a garantire le distanze di sicurezza e a limitare gli assembramenti.   Cosa diversa invece potrebbe essere per quelle attività e quei Corsi di Laurea (ad es. alcune specialistiche) con un numero limitato di studenti, in cui attraverso opportune cautele si potrebbe garantire il distanziamento sociale.

Sta di fatto che la didattica a distanza, fin tanto che permangono le norme sul distanziamento sociale, non potrà non esserci nella fase III, mentre le attività in presenza possono essere previste come parziali ed eventuali, ma solo in quei casi in cui si riescano a garantire i criteri di prevenzione sanitaria.

Quindi al di la del desiderio di tutti noi di tornare quanto prima nelle aule, le disposizioni elencate sopra consentono di dare alle famiglie dei nostri studenti e delle nostre future matricole, in questo momento di grande disorientamento, una comunicazione molto chiara:

– in termini di sicurezza sanitaria (nessun pericolo di contagio, anche nella malaugurata eventualità di un rigurgito epidemiologico in autunno);

– in termini economici (nessun costo di mantenimento fuori sede fino a gennaio);

– in termini di metodologia didattica (nessuna confusione tra teledidattica e didattica frontale);

– in termini di qualità dell’insegnamento (massimo impegno e concentrazione per perfezionare le metodologie on-line; garanzia di poter svolgere in presenza nel II ciclo le attività didattiche che necessitano di una interazione diretta docente-discente);

– in termini organizzativi (nessun problema di “rotazione” degli studenti nelle aule, o di ricerca affannata di nuovi spazi).

SIA BENE INTESO.  Il punto non è discutere in termini retorici se sia meglio la didattica frontale o la teledidattica: l’ultima cosa di cui abbiamo bisogno in questo momento è uno scontro ideologico!  La posizione che ho esposto, e che è stata assunta all’unanimità dal Consiglio di Architettura di Pescara, è intesa a far fronte alla fase emergenziale.  È un atteggiamento prudenziale da “buon padre di famiglia”, chiamato a prendere decisioni rapide in una situazione contestuale incerta e in evoluzione.

Preferisco di gran lunga essere tacciato di atteggiamento iper-prudente tra qualche mese, nella speranza che non ci sia nessuna ondata di ritorno, piuttosto che avere sulla coscienza anche un solo caso di contagio nei nostri campus universitari.

È altresì chiaro che, ove dovesse essere decretato a livello nazionale il termine anticipato della fase III e delle misure restrittive conseguenti, ripenseremo il da farsi.

Da rappresentante della componente politecnica posso usare la metafora degli edifici e delle infrastrutture che si devono progettare per resistere a terremoti, tifoni, alluvioni, fenomeni meteorologici estremi, anche se questa resilienza raramente (speriamo mai) viene messa alla prova.

Dico questo perché proprio in questi giorni si è acceso anche all’interno della comunità accademica un dibattito tra coloro che vorrebbero una riapertura integrale delle attività didattiche già a partire da settembre e le governance delle Università che sono più prudenti avendo sulle spalle il peso delle decisioni da assumere.  A ciò si aggiungono legittime pressioni che gli operatori economici dell’indotto universitario stanno manifestando (proprietari di case in affitto per gli studenti, esercenti commerciali, prestatori di servizi) e che i politici locali ovviamente raccolgono e amplificano.

Io penso che noi dobbiamo essere pronti a discutere di tutto con tutti, assumendoci le responsabilità che ci sono proprie, ma in questo momento credo che la nostra missione prioritaria sia quella di garantire ai nostri studenti e alle loro famiglie il massimo sforzo per erogare una didattica di qualità in totale sicurezza sanitaria.

Non vorrei che l’euforia di questi giorni di inizio estate ci avesse già fatto dimenticare la tragedia che abbiamo vissuto non più tardi di un paio di mesi fa.

2 Giugno 2020

DIRETTA LIVE DI PRESENTAZIONE DEL NUOVO ANNO ACCADEMICO 2020-21 DEL DIPARTIMENTO ARCHITETTURA DI PESCARA

Come ci siamo organizzati nella fase di “lockdown”.

Le nostre attività didattiche e di ricerca nella fase II (fino ad agosto 2020)

e soprattutto le nostre strategie per il nuovo anno accademico 2020-21 a partire da settembre (fase III).

Obiettivi: qualità della didattica e sicurezza sanitaria dei nostri studenti e della nostra comunità accademica.

Non dimenticando i costi in termini di vite umane di Covid-19, pensiamo al futuro.

Resilienza, progettualità e profondo amore per l’Università pubblica italiana!!

 

LIVE Dipartimento di Architettura Pescara Orientamento On Line

Il Direttore del Dipartimento di Architettura di Pescara, prof. Paolo Fusero, illustra le iniziative per far fronte all’emergenza sanitaria e le novità che riguardano l'offerta didattica del prossimo anno accademico. Se hai domande da fare, sei il benvenuto!.

Pubblicato da Dd'A – Dipartimento di Architettura Pescara su Lunedì 1 giugno 2020

11 Marzo 2020

AVVISO AGLI STUDENTI DEL MIO CORSO DI URBANISTICA

Cari studenti del mio corso di Urbanistica_1 del Dipartimento di Architettura di Pescara.

L’emergenza sanitaria Covid-19 ci impedisce di svolgere il corso in modo tradizionale, con lezioni frontali, seminari pubblici, esercitazioni di gruppo, sopralluoghi, plastici, progetti, etc.

Dobbiamo utilizzare tutte le precauzioni possibili per contenere le occasioni di contagio, non uscendo di casa o comunque solo per lo stretto necessario, evitando i luoghi affollati e seguendo scrupolosamente le disposizioni sanitarie oramai note a tutti.

Questo non significa sospendere la nostra vita, ma semplicemente cambiare le nostre abitudini, a cominciare dal modo di studiare.

Come tutte le Università italiane la nostra Università si è dotata a tempo di record di una piattaforma on-line per svolgere le attività didattiche a distanza.  Vi invito fin da subito a scaricare l’applicazione, creare il vostro account e cominciare ad impratichirvi con l’uso.

A breve comincerò ad inserire nella piattaforma le lezioni che aggiornerò settimanalmente negli orari prefissati dal corso.  Voi potrete seguire le lezioni in diretta oppure scaricarle successivamente in streaming.

Naturalmente ho adeguato il programma delle lezioni e della parte esercitativa alle nuove modalità didattiche però è chiaro che siamo in fase sperimentativa, sia della componente tecnica (piattaforma) che di quella scientifica (lezioni e esercitazioni online) e valutativa (esami finali).

Per cui è prevedibile che ci siano disfunzioni, a cominciare dal sovraccarico della rete.  Mettiamolo in conto.  Ma non sono certo le difficoltà ad intimorirci, anzi da queste sfide traiamo la ragione stessa del nostro lavoro.

Io, voi, gli assistenti, i docenti, i tecnici, gli amministrativi, i bibliotecari… SIAMO L’UNIVERSITA’ PUBBLICA ITALIANA!!  Con secoli di storia.  Con risultati scientifici di eccezionale valore riconosciuti in tutto il mondo, nonostante le nostre ataviche difficoltà economiche.

Non sarà certo un virus a fermarci!

Forza allora, rimbocchiamoci le maniche e facciamo il nostro dovere… studiamo!

E vedrete sarà un piacere farlo, nella consapevolezza che – soprattutto in questo momento – fare il proprio dovere individuale, significa contribuire ad un bene collettivo immenso: la cultura del nostro Paese!

Via aspetto in classe (virtuale)

Stay Tuned!

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PS:

un grazie di cuore – sottovoce, quasi con pudore, sapendo di scivolare nella retorica – al gruppo di lavoro che intorno al Rettore sta lavorando giorno e notte per far fronte a questa emergenza sanitaria.  A tutti i tecnici amministrativi bibliotecari che continuano a lavorare negli uffici semivuoti e a casa in smart working.  Ai colleghi docenti che si stanno prestando a questo salto multimediale con senso del dovere (me li vedo… qualcuno tra i più anziani – quindi anch’io – che sta maledicendo la nuova piattaforma online però è lì, a notte fonda davanti al computer con sotto il pigiama e sopra giacca e cravatta a registrare la sua lezione del giorno dopo).

E grazie soprattutto a voi studenti che avete capito il momento…

4 Marzo 2020

NUOVE DISPOSIZIONI DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI PER IL CONTRASTO E IL CONTENIMENTO SULL’INTERO TERRITORIO NAZIONALE DEL DIFFONDERSI DEL VIRUS COVID-19

Si avvisano gli studenti, il personale docente, tecnico, amministrativo, bibliotecario, etc. che è in data odierna è stato emanato un nuovo decreto della presidenza del consiglio dei ministri inerente disposizioni per il contrasto e il contenimento su tutto il territorio nazionale del diffondersi del virus Covid-19.

In particolare si evidenzia che:

  1. sono sospese le manifestazioni e gli eventi di qualsiasi natura, svolti in ogni luogo, sia pubblico sia privato, che comportano affollamento di persone tale da non consentire il rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro di cui all’allegato 1, lettera d).
  2. da oggi  e fino al 15 marzo 2020, sono sospese  le attività didattiche nelle Università compresi i corsi professionali e master, ferma in ogni caso la possibilità di svolgimento di attività formative a distanza; sono esclusi dalla sospensione i corsi post universitari connessi con l’esercizio di professioni sanitarie, ivi inclusi quelli per i medici in formazione specialistica, i corsi di formazione specifica in medicina generale, le attività dei tirocinanti delle professioni sanitarie.

Aggiornamento del 4 marzo ore 19.00

16 Dicembre 2019

Università & Città e… auguri di Buon Natale!

Il 17 dicembre 2019 si tiene un interessante convegno sui modelli di città del futuro organizzato dall’OAPPC.

A me è stato assegnato il tema “Università & Città“, un argomento per altro di grande attualità in questi giorni qui a Pescara.

Purtroppo nella stessa data sono relatore in un meeting internazionale sui Climate Changes e ciò mi impedisce di partecipare a questo Convegno.

Ci ho tenuto comunque ad inviare agli organizzatori questo video, che in pochi minuti sintetizza la mia posizione, perché la tematica mi appassiona e perché il Dipartimento di Architettura di Pescara in questi anni ha lavorato moltissimo su questo filone di ricerca.

Il mio breve intervento – pochi minuti – è rivolto quindi ad una platea di tecnici, gli architetti dell’OAPPC di Pescara, ma forse può interessare anche ad altri.  Per questo lo pubblico sul mio Blog.

Calendario alla mano, ne approfitto anche per porgere a tutti voi e alle vostre famiglie

I MIEI PIU’ CALOROSI AUGURI DI BUON NATALE!!!

Programma del Convegno "Quale Città" - Pescara 17.12.19
13 Novembre 2019

TRASFERIRE IL POLO UNIVERSITARIO DI PESCARA NELL’AREA EX COFA? NO GRAZIE

Premessa

L’Università G. d’Annunzio come è noto ha due sedi: il Campus di Chieti e il Polo di Pescara. Di recente le cronache locali si sono molto occupate dell’ipotesi di trasferimento della sede pescarese da viale Pindaro all’area ex COFA, un’area dismessa adiacente al porto turistico e al fiume fino a qualche anno fa occupata dal Mercato ortofrutticolo (COFA per l’appunto significa Consorzio Orto Frutticolo d’Abruzzo).

La questione non è banale, anzi è piuttosto complessa e per essere affrontata ha necessità di tempo: analisi, riflessioni, elaborazione di scenari alternativi, insomma di tutto quello che non si può fare sui social che invece prediligono un linguaggio asciutto, comunicativo, “di pancia”.  O bianco o nero!

Ma questa volta non è questione di colore, né tantomeno di cori da stadio.  È in gioco una fetta di futuro non solo della nostra Università, ma anche della nostra città, dell’area metropolitana Chieti-Pescara, e della Regione Abruzzo.

Quindi, come è abituato a fare chi fa il mio mestiere, bisogna prendere in considerazione le varie ipotesi, confrontarle, verificarne la fattibilità non solo tecnica (urbanistica ed economica), ma anche sociale (politica e collettiva).  Insomma, bisogna intraprendere un percorso di approfondimento e di ampia partecipazione alle scelte, che possa poi garantire le condizioni concrete per la trasformazione.

Va detto a beneficio dei non abruzzesi, che quest’area dismessa insieme ad un’altra la cosiddetta Aree di risulta (uno spazio adibito a parcheggio situato di fronte alla stazione di Pescara) sono due “spine nel fianco” delle amministrazioni che si sono succedute: aree potenzialmente straordinarie, sulle quali si sono concentrate una moltitudine di idee progettuali, che però in tutti questi anni non sono mai riuscite a tradursi in progetti reali di trasformazione urbana.

Breve cronistoria dell’ampliamento del Polo Pindaro

È da vent’anni che l’Ateneo G. d’Annunzio manifesta all’Amministrazione Comunale di Pescara l’intenzione di realizzare una serie di interventi finalizzati allo sviluppo e all’ampliamento della sede pescarese. Alla prima richiesta dell’aprile 1998 (Rettore Cuccurullo, DG Napoleone), con la quale si chiedeva al Comune la disponibilità di aree attigue all’esistente complesso universitario di viale Pindaro, è seguita nell’estate del 1999 la proposta di adesione al PRUSST “Città lineare della costa”, programma successivamente ammesso a finanziamento dal Ministero dei LL.PP.

Contestualmente veniva perfezionato, tra Comune Provincia e Università, l’ Accordo di Programma conseguente al Programma Integrato di Intervento denominato “Polo Universitario-Giudiziario” (siamo agli inizi del 2001) che prevedeva la realizzazione di nuove strutture universitarie da articolare su due aree d’intervento: la prima quella dove poi furono effettivamente realizzate le Segreterie studenti (l’edificio che si affaccia sulla rotonda dell’Agip), e la seconda per l’appunto dove avrebbe dovuto sorgere il Nuovo Pindaro, nell’area sul retro della sede attuale, acquisita dal Comune di Pescara in permuta con il complesso “ex AURUM”, già di proprietà dell’Ateneo.  Il “Nuovo Pindaro” prevedeva un edificio lineare posto parallelamente al tribunale dove sarebbero dovute andare le aule, i laboratori e gli uffici dei dipartimenti; un secondo edificio per la nuova biblioteca con spazi studio per gli studenti. I due edifici erano arricchiti da piazze pubbliche coperte e spazi verdi.

Con il cambio di governance di Ateneo nel 2012 (Rettore Di Ilio, DG Del Vecchio) cambiano anche le prospettive di ampliamento della sede pescarese.  Il progetto Nuovo Pindaro viene ridimensionato stralciando l’edificio destinato alle attività didattiche e mantenendo solo l’edificio della Biblioteca.  Il resto è storia recente: nella primavera scorsa il progetto della biblioteca viene sottoposto al parere del Provveditorato delle OO.PP.  Nella relazione del Provveditorato, resa pubblica nei giorni scorsi dagli organi di informazione, si evincono una serie di osservazioni critiche sul sistema di fondazioni adottato e si ritiene il progetto “non meritevole di approvazione”, invitando i progettisti ad ulteriori approfondimenti prendendo in considerazioni un’altra tipologia di fondazioni (in altre parole a sostituire le fondazioni “a platea” con quelle “a pali profondi”). A onor del vero va detto che probabilmente la scelta dei progettisti di optare per le fondazioni a platea fu condizionata dal fatto che l’edificio “Micara” che sorge nella stessa area è stato realizzato con questa tipologia di fondazioni.  Comunque poco male, i progettisti cambiarono le fondazioni e consegnarono all’amministrazione universitaria il progetto revisionato secondo il parere del Provveditorato.  Il progetto della Biblioteca però, nonostante avesse quasi concluso l’iter approvativo, fu “congelato” dalla nostra amministrazione universitaria: non rientrava più nelle nostre priorità dotare la sede di Pescara della biblioteca centrale.

Un assioma: le impellenti esigenze di ampliamento del Polo Pindaro

Sono quindi due decenni che la sede pescarese dell’Università d’Annunzio manifesta la necessità di ampliare le proprie strutture.  L’esigenza espressa inizialmente da Cuccurullo e congelata da Di Ilio, è stata ripresa dal nuovo Rettore Caputi insediatosi nel 2017, che fin da subito dimostra la sua volontà di investire sulle strutture universitarie della città adriatica.

D’altronde l’edificio principale di viale Pindaro è stato costruito nella seconda metà degli anni ’80, ha quasi trent’anni e li dimostra tutti!  Proprio per questo è attualmente in fase di ristrutturazione con un impegno economico complessivo di qualche milione di euro.

Come tutti i colleghi sto seguendo i lavori edilizi e il trasloco temporaneo degli uffici che si stanno effettuando in questi mesi e posso dire a ragion veduta che le esigenze in termini di spazi sono pressanti: servono nuove aule per la didattica, un auditorium, uffici per docenti e tecnici e amministrativi, laboratori specialistici, aree aperte di uso comune, aree riservate allo studio individuale degli studenti, etc.  E serve una biblioteca centrale che possa diventare il cuore pulsante del campus, baricentrica, dotata di mediateca, caffetteria, sale riunioni, spazi pubblici all’aperto, etc.

Le tre ipotesi di ampliamento

Sgomberato il campo dai dubbi sulle necessità di ampliamento e di rigenerazione del Polo Pindaro, vediamo quali sono ad oggi le ipotesi sul tappeto:

  1. Progetto di ampliamento sulle aree retrostanti. Sarebbe il progetto Nuovo Pindaro che andrebbe però aggiornato sulla base di nuove esigenze nel frattempo intercorse, sia in termini di dotazioni (nuovi laboratori, nuove esigenze per aule e uffici) sia soprattutto in termini di fondazioni, per rispondere alle criticità evidenziate dal Provveditorato.
  2. Trasferimento della sede nelle aree ex Cofa. E’ un’idea recente maturata questa estate che prende in considerazione l’ipotesi di uno scambio con la Regione Abruzzo, proprietaria delle aree dell’ex Mercato ortofrutticolo, anch’essa alla ricerca di una sede unificata per i propri uffici sparsi in città.
  3. Progetto “Città della conoscenza”. È un progetto maturato dalla scorsa amministrazione di centro sinistra (Sindaco Alessandrini, assessore Civitarese), per altro sulla base di uno studio precedentemente elaborato dal Dipartimento di Architettura di Pescara dal titolo #VersoPescara2027, dove si indica la possibilità di utilizzare gli edifici della ex Caserma Cocco e della attuale caserma dei Vigili del Fuoco per attività a servizio dell’Università, non aule o uffici, ma studentati e incubatori di impresa.

Quale delle tre ipotesi è preferibile?

Non c’è una risposta corretta e due errate.  Come succede spesso nell’analisi urbanistica di processi di trasformazione urbana complessi, si possono distinguere scenari differenziati tra loro alternativi. Analizziamoli sinteticamente evidenziandone aspetti positivi e criticità.

Scenario_1: Ampliamento Polo Pindaro.

Aspetti a favore:

  • è lo scenario naturale. Esiste un progetto che andrebbe aggiornato e modificato secondo le nuove esigenze;
  • gli spazi e gli indici edificatori sono coerenti con le esigenze universitarie;
  • i terreni sono di proprietà dell’Università, ottenuti dalla permuta dell’ex Aurum proprio a questo scopo;
  • la zona è già ricca di servizi di supporto (attività commerciali, ristorazione, case in affitto, etc.) ed ben servita dal trasporto pubblico (piste ciclabili, svincoli stradali, ferrovia);
  • si continuerebbe ad investire sul Polo Pindaro in sintonia con i recenti investimenti.

Aspetti contro:

  • i problemi geotecnici evidenziati dal parere del Provveditorato richiedono un rafforzamento delle fondazioni e quindi costi aggiuntivi da stimare;
  • l’area del Polo Pindaro è stata oggetto di inondazioni causate da fenomeni di precipitazioni estreme, per questo motivo l’amministrazione comunale ha recentemente provveduto a deviare il Fosso Bardet (il canale che prima attraversava l’area) e ad attuare importanti lavori di potenziamento del collettore e dei sistemi di smaltimento delle acque del viale;
  • il vecchio edificio Pindaro, per quanto ristrutturato, rimane un edificio di trent’anni che ha evidenziato nel tempo una serie di problematiche tecniche dovute all’età;
  • anche gli impianti e le attrezzature dell’edificio Micara hanno problematiche evidenti.

Scenario_2: ex Cofa

Aspetti a favore:

  • l’area è molto interessante, forse la più attraente di Pescara;
  • si potrebbe progettare un Campus tutto nuovo, tecnologicamente avanzato, secondo le esigenze dell’Università in termini di didattica, ricerca e spazi di relazione;
  • sarebbe il Campus più moderno d’Italia e ciò sicuramente rappresenterebbe un valore aggiunto in termini di attrattività;
  • un concorso internazionale di Architettura garantirebbe la qualità architettonica dell’intervento.

Aspetti contro:

  • la situazione amministrativa e politica dell’area è particolarmente complessa. Lo stesso iter autorizzativo potrebbe rivelarsi incerto e ciò rappresenta un rischio di impresa per chi deve investire (tempi incerti);
  • ci sono da verificare i vincoli e le normative esistenti (PRG, Piano alluvioni, esondabilità e geologia dei terreni, etc.)
  • la viabilità è al momento inadeguata. Il carico insediativo portato dall’Università si andrebbe a sommare alla saturazione dei flussi automobilistici sul terminale dell’asse attrezzato. Non ci sarebbe poi la possibilità di un collegamento diretto con la ferrovia;
  • è da verificare se le aree pubbliche della Regione possano contenere tutte le volumetrie di cui necessitiamo per trasferire l’intero Polo universitario di Pescara. Sono infatti assolutamente contrario a prendere in considerazione un’ipotesi di trasferimento parziale (solo alcune facoltà).  Verrebbe meno l’idea di Campus necessaria per creare comunità accademica, creare sinergie tra i corsi di studio e servizi condivisi.

Scenario_3: ex Caserma Cocco e Caserma VVFF

Aspetti a favore:

  • interessante l’idea di rifunzionalizzare le due caserme per attività complementari a servizio della didattica e della ricerca universitaria;
  • si potrebbe pensare ad esempio ad una casa dello studente (Caserma VVFF) e a un incubatore di impresa per start up e spin off (ex Cocco) con una partnership con la Regione, le associazioni di categoria e altri investitori privati.

Aspetti contro:

  • le due caserme per tipologia, stato di conservazione e ubicazione non si prestano ad un utilizzo diretto dell’Università (aule, laboratori, uffici, etc.) e quindi su quelle aree devono essere altri soggetti pubblici e privati gli investitori principali (Regione, ADSU, Ministero);
  • i tempi tecnici e amministrativi per realizzare questa ipotesi sono lunghi (ad esempio bisogna trovare un’area idonea per trasferire l’attuale caserma dei VVFF).

RIASSUMENDO.  La questione può avere quindi risposte diverse a secondo del punto di vista dalla quale si analizza.  Proviamo quindi a fare uno sforzo mettendoci di volta in volta nei panni di ciascuno dei tre attori che hanno un ruolo in questa vicenda misurandone convenienze e rischi (in realtà ce ne sono anche altri di attori, ad esempio i privati proprietari delle aree limitrofe all’ex Cofa, ma ora per semplicità di ragionamento limitiamoci a questi tre).

  1. Dal punto di vista dell’Università.  L’idea di un Campus tutto nuovo, per altro nel luogo più strategico della città, è sicuramente accattivante.  Non si può dire diversamente. Una competizione internazionale garantirebbe un progetto architettonico di qualità e la nostra sede potrebbe diventare una delle più attrattive della fascia medio adriatica. Quali sono gli elementi critici di questa ipotesi?  A parte l’elenco di criticità tecniche (in parte superabili) riportato in precedenza, è il rischio di impresa che induce prudenza.  La complessità politico amministrativa di quest’area potrebbe dare incertezza sui tempi di realizzazione delle opere. Anche le carenze infrastrutturali (viabilità, mezzi di trasporto pubblici, parcheggi) andrebbero sanate con investimenti che non dipendono dalla nostra volontà.  Il quadro economico poi va valutato con molta attenzione e verificato nel suo complesso, anche perché un conto è operare all’interno di uno scambio tra enti pubblici (es. L. 241/90), un altro è mettere a bilancio il costo di acquisto di terreni privati qualora le aree pubbliche fossero insufficienti a soddisfare le nostre esigenze di ampliamento.  Per altro la Corte dei Conti potrebbe intervenire dicendo la sua in considerazione della permuta con l’ex Aurum di cui si è detto.  Infine un ragionamento sulle capacità dell’intervento di generare un processo osmotico con la città: l’Università è forse la più grande azienda abruzzese, se non per fatturato, per numero di fruitori.  Come tutte le Università ha la capacità di creare intorno a sé un indotto di attività che rendono viva la parte di città in cui è localizzata: attività commerciali, attività di servizio, spazi di relazione, case in affitto, etc.  Spostarsi in nuova parte di città significa rimettere in moto da capo il meccanismo e naturalmente ci vuole tempo per metterlo a regime; bisogna anche capire in che modo la zona della Marina può essere spontaneamente sensibile alla pressione osmotica dell’Università.
  2. Dal punto di vista della Città.  Quale potrebbe essere l’ideale processo di trasformazione delle aree ex Cofa per Pescara e i suoi cittadini?  Non c’è dubbio che la soluzione migliore sarebbe localizzare lì una dotazione territoriale di scala ampia e di fruizione pubblica che faccia da attrattore per flussi di visitatori anche internazionali.  Le città moderne si distinguono anche per l’attrattività delle loro dotazioni territoriali: a Genova si va per visitare l’acquario, a Bilbao per il museo Guggenheim, a Parigi Euro Disney è diventata un’attrazione che richiama visitatori da tutto il mondo al pari della Tour Eiffel.  Per quale motivo si viene a Pescara? La città ha una serie di importanti attrezzature alla scala territoriale: porto, aeroporto, polo giudiziario, stadio, shopping area diffusa, la stessa Università, etc., ma sono ancora insufficienti per giustificare l’inserimento della città nei grandi circuiti economici e turistici europei.  La Vision che il Dipartimento di Architettura un paio di anni fa ha costruito con la ricerca #VersoPescara2027, suggeriva di rafforzare le dotazioni territoriali della città con alcune proposte strategiche che vadano nella direzione di conferirle nuova attrattività, e quindi riconoscibilità, che si traduce in maggiore competitività nel panorama europeo.  Qual è l’elemento critico di questo ragionamento?  È evidente che sia la fattibilità economica!  L’attuale momento di recessione economica globale, se pur con timidi segnali di ripresa, non garantisce alcuna sicurezza di investimento né privato, né tantomeno pubblico per questa tipologia di funzioni.  In questo momento non temo smentita nel dire che se non è l’Università che investe, l’area ex Cofa è destinata a rimanere congelata per molti altri anni. E allo stesso modo mi sento di dire che se l’Università va via da viale Pindaro, tutta l’area di Porta nuova ne risentirebbe negativamente.  Anche se fosse sostituita dalla Regione, che ha altri flussi di utilizzatori e altre fasce orarie di utilizzo.
  3. Dal punto di vista degli Enti locali.  E infine quali ragioni spingono la Regione Abruzzo a scambiare le aree con l’Università per soddisfare le reciproche esigenze di ampliamento e concentrazione?  Le tipologie degli edifici del Polo Pindaro sono adeguate alle esigenze dell’Ente regionale?   L’Amministrazione comunale di Pescara (prima ho parlato di Città di Pescara, c’è una sottile differenza) in questa vicenda non ha il “portafoglio”, ma ha un ruolo centrale perché “da le carte”: l’iter autorizzativo.  Il Comune sa perfettamente che, se non investe l’Università, l’area ex Cofa è destinata a rimanere defunzionalizzata per chissà quanto tempo ancora.  Però ha capito anche l’importanza della vocazione pubblica e attrattiva dell’area.  Per questo (almeno leggendo sui giornali il dibattito politico) tenderebbe a volere la “botte piena e la moglie ubriaca”: un po’ di Università all’ex Cofa, però un po’ anche in viale Pindaro; la Regione a Pindaro, però altre attività attrattive legate al turismo all’ex Cofa; volumetrie che richiamino investitori all’ex Cofa, però anche ampi parchi pubblici, etc.  Ma attenzione: è proprio il pot-pourri di idee che bisogna evitare!   Bisogna avere un’idea di città, una strategia di futuro e perseguirla con coerenza!

CONCLUSIONI (finalmente direte voi…)

Qui ritorno schematico.

  1. Bene ha fatto il Rettore a sottolineare la necessità di ampliamento del Polo universitario di Pescara. Ricordiamoci che la precedente amministrazione aveva ridimensionato il progetto di ampliamento del Polo Pindaro riducendolo alla sola Biblioteca.
  2. Bene ha fatto il Rettore a guardarsi intorno per valutare le diverse possibilità di ampliamento che offre il mercato. Ha fatto quello che farebbe un buon padre di famiglia che di fronte alle necessità di comperare una nuova casa, riflette se gli conviene ampliare l’appartamento che già possiede ricavandone alcune stanze in più, oppure comperarne uno nuovo più grande in un’altra parte della città.
  3. Ora però il Rettore deve passare dalle enunciazioni ai fatti e farsi promotore di un’idea strategica (un master plan) di sviluppo edilizio, non decidendo da solo, ma facendosi supportare da esperti nell’analisi costi/benefici di tutte le opzioni; sono necessarie attente verifiche di fattibilità tecnica, economica, sociale.  Poi bisogna portare la discussione negli organi deputati, Senato Accademico e Consiglio di Amministrazione, e nei Dipartimenti pescaresi chiamati in causa in prima persona.
  4. È inoltre necessario condividere un percorso di partecipazione con tutte le forze attive sul territorio (sociali, economiche, culturali, etc). È chiaro che l’Università non ha nessuna convenienza a forzare la mano su una specifica soluzione, se la stessa dovesse comportare evidenti reazioni di contrasto in città.  Guidare questo percorso di partecipazione però è compito del Comune, non certo dell’Università.
  5. L’Università ha fatto quello che doveva fare, guardarsi intorno per capire come soddisfare la sua esigenza di spazi. Ora deve decidere una volta per tutte dove sia opportuno investire i propri sforzi, non solo economici, in piena sintonia con la città.  Perché il potenziamento delle strutture universitarie, a cominciare dalla realizzazione della Biblioteca, è un obiettivo strategico decisivo per il futuro non solo dell’Università G. d’Annunzio, ma di tutto l’ambito geografico metropolitano abruzzese.

Il mio orientamento, alla fine di queste riflessioni è chiaro: trasferire il Polo Universitario di Pescara all’ex Cofa? NO, grazie!  Bisogna ridurre al minimo e, laddove possibile, rinunciare a qualsiasi impegno economico inerente all’ampliamento del patrimonio edilizio UdA su aree diverse da quelle di proprietà attigue a quelle esistenti.  Portare in discussione, negli organi accademici, prima una delibera quadro che sancisca i principi (l’idea di sviluppo) e poi un programma edilizio dettagliato, Master Plan per la riqualificazione del Campus di Chieti e del Polo di Pescara (aggiornamento del “Nuovo Pindaro”).  Infine una volta condiviso il progetto complessivo di sviluppo, bisogna programmare un’attuazione per stralci funzionali ogni qualvolta il nostro bilancio ce lo consenta o ogni qualvolta si presentino risorse straordinarie, senza più farci distrarre dalle “sirene” di proposte – pur allettanti – che però non rientrano in questo disegno strategico.

Area ex Cofa zenitale
Polo Pindaro zenitale
06 - Panoramica aree ex Cofa
Progetto "Nuovo Pindaro" completo
Planimetria generale Nuovo Pindaro - visione notturna
Biblioteca - Planimetria (i settori 7, 8 e 9 sono il sedime dove dovrebbero sorgere gli edifici delle aule dei dipartimenti)
Progetto "Nuovo Pindaro: la Biblioteca
Biblioteca - Ingresso
Biblioteca Visione notturna lato piazza
Biblioteca - vista dall'interno
Biblioteca - Ingresso
Biblioteca - Piano terra
Biblioteca - sezione longitudinale
Biblioteca - Sezione longitudinale

Rassegna stampa del 13-14 novenbre 2019

Il Messagero 14 novembre 2019
Il Centro 14 novembre 2019
MaPerò - Blog di Lilli Mandara
Rete8 14.11.19
TG£ Abruzzo 14.11.19

Rassegna stampa del 30 novembre 2019

Il Centro 30.11.19

Rassegna stampa del 12-13 dicembre 2019

Il Messaggero 13.12.2019
Il Centro 13.12.2019
MaPerò - Blog di Lilli Mandara
8 Novembre 2019

LAVORI IN CORSO: COMUNICAZIONE INTERNA PER GLI STUDENTI DEL POLO PINDARO DI PESCARA

È pronta!

La vostra nuova sala per lo studio individuale è pronta!  Si affianca all’altra che già avete sulla piazzetta interna tra i due Poli Pindaro e Micara.

Sopperisce in parte ai disagi che avete dovuto subire in conseguenza della chiusura temporanea della biblioteca per i lavori di ristrutturazione che stiamo effettuando in tutto il Polo di Pescara (a proposito anche la nuova sala lettura è quasi pronta… questione di un paio di settimane).

Ora sta a voi far diventare questo spazio la “Piazzetta degli studenti”.  Poi appena i lavori di ristrutturazione del Polo volgeranno al termine, penseremo anche a progettare le aree esterne e la piazzetta potrà diventare a tutti gli effetti quello spazio di relazione indispensabile in un Polo universitario.

A fianco a questo nuovo spazio, fra non molto (ma non vi dico quando per non essere sbugiardato sulle date…!!) inaugureremo anche la sala espositiva per le iniziative didattico culturali e – in tempi un po’ più lunghi – dall’altro lato della Piazzetta a fianco dei Laboratori Micara, abbiamo in progetto la realizzazione di un nuovo FabLab.

Che dire…? Sono contento!… e comunque sono anche pronto a subire altre vostre critiche o lamentele, ragionando insieme a voi su disfunzioni, migliorie e progetti futuri che abbiano come obiettivo il miglioramento della nostra comunità accademica.

3 Ottobre 2019

NOTTE DEI RICERCATORI: LE ECO-COSTRUZIONI DEL DdA

Le avevamo provate ad EcoMob_2019.  Sono piaciute e allora le abbiamo replicate alla Notte dei ricercatori.

Sono le eco-costruzione per bambini che Giangi Caffio e il suo gruppo di collaboratori hanno progettato e realizzato per conto del Dipartimento di Architettura dell’Università G. d’Annunzio.  Il gioco ha avuto un tale successo che è diventato problematico gestire l’afflusso dei bambini allo stand.  E infatti abbiamo dovuto allargarlo, sempre con i nostri incastri di cartone, ed è diventato un…castello magico!!

E’ stato bello vedere tanti piccoli architetti dare prova della loro creatività con un’abilità costruttiva davvero sorprendente!

E poi è proprio bello vedere la città di Chieti invasa – è il caso di dirlo – da una folla di visitatori di ogni età desiderosi di conoscere da vicino la loro Università, orgoglio del loro territorio, dove magari hanno studiato tanto tempo fa, o dove forse studieranno i loro figli.

E allora… W la Notte dei Ricercatori!

e grazie a tutti coloro che ne sono stati protagonisti!

16 Settembre 2019

UNIVERSITA’ & HABITAT SOSTENIBILE | ECOMOB 2019

Si è appena concluso EcoMob 2019, l’Expo di cultura ecosostenibile che si è tenuto a Pescara dal 13 al 15 settembre 2019 presso gli spazi espositivi del Porto turistico.

Il Dipartimento di Architettura dell’Università G. d’Annunzio ha partecipato con un suo stand dove ha organizzato un programma di iniziative scientifiche tese a illustrare le sue attività didattiche e di ricerca.

Non sono mancati i momenti ludici come il gioco delle eco-costruzioni per bambini che avuto un tale successo che stiamo pensando addirittura di brevettarlo (lo rifaremo sicuramente alla Notte dei Ricercatori il 27 settembre!).

E’ stata anche l’occasione per presentare in anteprima l’ultimo nato nell’offerta didattica del Dipartimento: il nuovo corso di laurea in fase di attivazione (l’inaugurazione è prevista nell’a.a. 2020-21) sui cambiamenti climatici e sulle tematiche ecologico ambientali connesse ai processi di trasformazione delle città e dei territori.

L’interesse su questi temi sta finalmente uscendo dalle aule universitarie e dai laboratori di ricerca e sta interessando sempre di più il mondo della produzione e dei media.  Basta dare un’occhiata alle mille novità esposte in Expo dai produttori di bici elettriche o altri mezzi di trasporto urbano ecologico.

Siamo sempre più convinti che questa sia la strada da percorrere e che il sistema Universitario abbia il ruolo importantissimo di diffondere la cultura della sostenibilità, formando nuove generazioni di tecnici in possesso di competenze multidisciplinari sulle tematiche ambientali e sui rischi ad esse connessi, a cominciare da quello globale dei cambiamenti climatici.  E soprattutto siamo convinti che l’Università abbia il compito educare nuove generazioni di cittadini rispettosi dell’ambiente e consapevoli dell’importanza delle proprie azioni.

“Stay tuned” con il nuovo corso di laurea in Scienze dell’habitat sostenibile!!

3 Luglio 2019

LAVORI DI RISTRUTTURAZIONE POLO PINDARO

L’edificio principale della sede pescarese dell’Università G. d’Annunzio, il cosiddetto Polo Pindaro, è stato costruito nella seconda metà degli anni ’80, più di trent’anni fa, e ora ha bisogno di una ristrutturazione complessiva.

Questo post ha lo scopo di fornire informazioni sui lavori edilizi che si stanno eseguendo, per dare risposta ad alcune domande che sono state poste dai rappresentanti degli studenti dei Consigli di Dipartimento delle Facoltà pescaresi.

I lavori di ristrutturazione sono molteplici (vedi all. 1 elenco completo dei lavori): dagli impianti di climatizzazione inverno/estate negli uffici e nelle aule, alla sistemazione delle aree esterne; dalla manutenzione straordinaria delle facciate e delle coperture, alle opere di adeguamento per l’eliminazione delle barriere architettoniche; etc.

Sicuramente i lavori comporteranno dei disagi sia per gli studenti che per i tecnici amministrativi e i docenti; è però evidente che una volta concluso il cantiere, il Polo Pindaro di Pescara potrà finalmente avere quel livello qualitativo di servizi e di spazi che merita la nostra Università.

Di seguito si riportano alcune note sui tempi del cantiere, sull’uso degli spazi e delle attrezzature e sulla dislocazione provvisoria degli uffici a beneficio di quanti abbiano necessità di avere informazioni.

Le indicazioni contenute in questo post potrebbe avere aggiornamenti in considerazione di ulteriori informazioni o modifiche che si rendessero necessarie a beneficio degli studenti e del personale UdA (quasi come fosse una FAQ).

o – TRASLOCO DEGLI UFFICI

Ogni Direttore di Dipartimento coordina il trasloco degli uffici del personale tecnico amministrativo e dei docenti secondo le indicazioni fornite dall’Ateneo. Rispettando le scadenze temporali del crono-programma di cantiere e gli spazi assegnati dall’Ateneo, ogni Dipartimento può decidere quali materiali e attrezzature trasportare nella sede provvisoria, prendendo accordi con il servizio dei traslocatori.  Se ci fossero delle esigenze straordinarie sia per il trasloco sia per l’allestimento delle postazioni provvisorie il Direttore del Dipartimento si può rivolgere agli uffici di Ateneo preposti (ing. Simone).

1 – FASI E TEMPI DEI LAVORI

I lavori seguono un crono-programma dettagliato e si distinguono per blocchi: 1) quelli che interessano i blocchi A e B (dipartimenti di Architettura, Lingue, Geologia e Ingegneria) sono iniziati a luglio e finiranno a settembre; 2) quelli che interessano il blocco C (dipartimenti di Scienze giuridiche e sociali, Economia, Economia aziendale, Scienze filosofiche pedagogiche e economico-quantitative) si protrarranno per circa un anno.

2 – TRASFERIMENTO UFFICI

A causa dei lavori di ristrutturazione si è provveduto al trasloco temporaneo degli uffici dei docenti e del personale tecnico amministrativo posti ai livelli 1° e 2° del Polo Pindaro.

Edificio Micara

Per quanto riguarda i dipartimenti dei blocchi A e B a partire dalla fine di giugno i docenti e il personale tecnico amministrativo si sono trasferiti nell’edificio Micara secondo il prospetto (vedi all. 2 piante con dislocazione uffici):

  • Piano Terra laboratori: potranno essere utilizzati dagli studenti per lo studio individuale quando non in uso dei docenti per revisioni e esami;
  • Piano Terra lato nord: area didattica di Architettura e di INGEO e area gestionale di Architettura;
  • Piano Terra lato nord: Segreteria Amministrativa di Scienze giuridiche e sociali;
  • Piano Terra lato sud: Direzione Presidenze CdS e segreteria INGEO;
  • Aula M1: area contabile di Architettura e di Lingue;
  • Aula M2: area amministrativa di Architettura e del CLA (Centro Linguistico di Ateneo);
  • Aula M3: dottorandi e borsisti di Ingegneria;
  • Aula M4: docenti di Ingegneria;
  • Aula M5: area amministrativa e didattica di Lingue;
  • Aula M6: docenti e dottorandi di Lingue.

Palazzo Verrocchio

Proprio per far fronte ai problemi di spazi dovuti al cantiere si è provveduto a reperire il secondo piano di uno stabile (cosiddetto Palazzo Verrocchio) in Viale Pindaro posto in prossimità dell’entrata di Economia.

Lì trovano sede gli uffici amministrativi e gli spazi per docenti, ricercatori e borsisti dei Dipartimenti di Scienze giuridiche e sociali, Economia aziendale, Scienze filosofiche pedagogiche e economico-quantitative (vedi all. 3 piante con dislocazione uffici).

Piano Terra Blocco C

Per tutto il protrarsi dei lavori il PT del Blocco C ospita (vedi all. 4: piante con dislocazione uffici):

  • Il Dipartimento di Economia aziendale con la segreteria amministrativa, alcune stanze per dottorandi, assegnisti, ricercatori e docenti.
  • Il Dipartimento di Scienze filosofiche pedagogiche ed economico-quantitative con alcune stanze per dottorandi, assegnisti e ricercatori.
  • Aula 4 per le riunioni collegiali degli organi di governo dei dipartimenti del Blocco C.
  • Aula 16 A per la Scuola di Economia
  • Aula 37 per alcune postazioni di docenti del DEA

Appartamento viale della Pineta

Il Dipartimento di Economia (docenti, ricercatori, personale t.a. dottorandi, assegnisti e ricercatori) trova sede nell’appartamento di viale della Pineta  (vedi all. 5 piante con dislocazione uffici).

Piano Terra Blocco B

La Scuola di Economia è ubicata al piano terra Blocco B (vedi all. 6 piante con dislocazione uffici).

Il settore Erasmus è ubicato al piano terra Blocco B (vedi all. 7 piante con dislocazione uffici).

Laboratorio SCAM

Il personale amministrativo-contabile del Dipartimento INGEO è ubicato presso il laboratorio SCAM in via Pantini.

Biblioteca centrale

Nel periodo estivo (da 2 luglio al 30 settembre) i servizi offerti dalla biblioteca del Polo Pindaro non saranno sospesi, ma diversificati data la chiusura al pubblico di alcuni locali.

I servizi di reference avanzato, document delivery e prestito internazionale si svolgeranno presso la Sala riviste al livello -1.  Il prestito interbibliotecario nazionale si svolgerà presso la sezione ricerca al livello -2.

3 – ACCESSO ALLE AULE

Il crono-programma prevede che i lavori nelle aule vengano effettuati a blocchi di 5-6 per volta.

Per tutta la durata del cantiere, quindi, le aule interessate dai lavori saranno regolarmente fruibili con accesso dall’esterno, mentre l’accesso dalla galleria interna sarà impedito dalle recinzioni di cantiere.  Tutte le altre aule saranno invece regolarmente accessibili sia dall’interno che dall’esterno.

4 – ATTIVITÀ’ IN PROGRAMMA

Per tutte le attività in programma nel periodo estivo è utile verificare dagli uscieri dove saranno svolte, dato che non è escluso che possano esserci dei cambiamenti rispetto alle localizzazioni abituali.

 

Ringrazio tutti per la pazienza e la comprensione con cui farete fronte ai disagi che certamente il cantiere vi procurerà!

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