13 Novembre 2019

TRASFERIRE IL POLO UNIVERSITARIO DI PESCARA NELL’AREA EX COFA? NO GRAZIE

Premessa

L’Università G. d’Annunzio come è noto ha due sedi: il Campus di Chieti e il Polo di Pescara. Di recente le cronache locali si sono molto occupate dell’ipotesi di trasferimento della sede pescarese da viale Pindaro all’area ex COFA, un’area dismessa adiacente al porto turistico e al fiume fino a qualche anno fa occupata dal Mercato ortofrutticolo (COFA per l’appunto significa Consorzio Orto Frutticolo d’Abruzzo).

La questione non è banale, anzi è piuttosto complessa e per essere affrontata ha necessità di tempo: analisi, riflessioni, elaborazione di scenari alternativi, insomma di tutto quello che non si può fare sui social che invece prediligono un linguaggio asciutto, comunicativo, “di pancia”.  O bianco o nero!

Ma questa volta non è questione di colore, né tantomeno di cori da stadio.  È in gioco una fetta di futuro non solo della nostra Università, ma anche della nostra città, dell’area metropolitana Chieti-Pescara, e della Regione Abruzzo.

Quindi, come è abituato a fare chi fa il mio mestiere, bisogna prendere in considerazione le varie ipotesi, confrontarle, verificarne la fattibilità non solo tecnica (urbanistica ed economica), ma anche sociale (politica e collettiva).  Insomma, bisogna intraprendere un percorso di approfondimento e di ampia partecipazione alle scelte, che possa poi garantire le condizioni concrete per la trasformazione.

Va detto a beneficio dei non abruzzesi, che quest’area dismessa insieme ad un’altra la cosiddetta Aree di risulta (uno spazio adibito a parcheggio situato di fronte alla stazione di Pescara) sono due “spine nel fianco” delle amministrazioni che si sono succedute: aree potenzialmente straordinarie, sulle quali si sono concentrate una moltitudine di idee progettuali, che però in tutti questi anni non sono mai riuscite a tradursi in progetti reali di trasformazione urbana.

Breve cronistoria dell’ampliamento del Polo Pindaro

È da vent’anni che l’Ateneo G. d’Annunzio manifesta all’Amministrazione Comunale di Pescara l’intenzione di realizzare una serie di interventi finalizzati allo sviluppo e all’ampliamento della sede pescarese. Alla prima richiesta dell’aprile 1998 (Rettore Cuccurullo, DG Napoleone), con la quale si chiedeva al Comune la disponibilità di aree attigue all’esistente complesso universitario di viale Pindaro, è seguita nell’estate del 1999 la proposta di adesione al PRUSST “Città lineare della costa”, programma successivamente ammesso a finanziamento dal Ministero dei LL.PP.

Contestualmente veniva perfezionato, tra Comune Provincia e Università, l’ Accordo di Programma conseguente al Programma Integrato di Intervento denominato “Polo Universitario-Giudiziario” (siamo agli inizi del 2001) che prevedeva la realizzazione di nuove strutture universitarie da articolare su due aree d’intervento: la prima quella dove poi furono effettivamente realizzate le Segreterie studenti (l’edificio che si affaccia sulla rotonda dell’Agip), e la seconda per l’appunto dove avrebbe dovuto sorgere il Nuovo Pindaro, nell’area sul retro della sede attuale, acquisita dal Comune di Pescara in permuta con il complesso “ex AURUM”, già di proprietà dell’Ateneo.  Il “Nuovo Pindaro” prevedeva un edificio lineare posto parallelamente al tribunale dove sarebbero dovute andare le aule, i laboratori e gli uffici dei dipartimenti; un secondo edificio per la nuova biblioteca con spazi studio per gli studenti. I due edifici erano arricchiti da piazze pubbliche coperte e spazi verdi.

Con il cambio di governance di Ateneo nel 2012 (Rettore Di Ilio, DG Del Vecchio) cambiano anche le prospettive di ampliamento della sede pescarese.  Il progetto Nuovo Pindaro viene ridimensionato stralciando l’edificio destinato alle attività didattiche e mantenendo solo l’edificio della Biblioteca.  Il resto è storia recente: nella primavera scorsa il progetto della biblioteca viene sottoposto al parere del Provveditorato delle OO.PP.  Nella relazione del Provveditorato, resa pubblica nei giorni scorsi dagli organi di informazione, si evincono una serie di osservazioni critiche sul sistema di fondazioni adottato e si ritiene il progetto “non meritevole di approvazione”, invitando i progettisti ad ulteriori approfondimenti prendendo in considerazioni un’altra tipologia di fondazioni (in altre parole a sostituire le fondazioni “a platea” con quelle “a pali profondi”). A onor del vero va detto che probabilmente la scelta dei progettisti di optare per le fondazioni a platea fu condizionata dal fatto che l’edificio “Micara” che sorge nella stessa area è stato realizzato con questa tipologia di fondazioni.  Comunque poco male, i progettisti cambiarono le fondazioni e consegnarono all’amministrazione universitaria il progetto revisionato secondo il parere del Provveditorato.  Il progetto della Biblioteca però, nonostante avesse quasi concluso l’iter approvativo, fu “congelato” dalla nostra amministrazione universitaria: non rientrava più nelle nostre priorità dotare la sede di Pescara della biblioteca centrale.

Un assioma: le impellenti esigenze di ampliamento del Polo Pindaro

Sono quindi due decenni che la sede pescarese dell’Università d’Annunzio manifesta la necessità di ampliare le proprie strutture.  L’esigenza espressa inizialmente da Cuccurullo e congelata da Di Ilio, è stata ripresa dal nuovo Rettore Caputi insediatosi nel 2017, che fin da subito dimostra la sua volontà di investire sulle strutture universitarie della città adriatica.

D’altronde l’edificio principale di viale Pindaro è stato costruito nella seconda metà degli anni ’80, ha quasi trent’anni e li dimostra tutti!  Proprio per questo è attualmente in fase di ristrutturazione con un impegno economico complessivo di qualche milione di euro.

Come tutti i colleghi sto seguendo i lavori edilizi e il trasloco temporaneo degli uffici che si stanno effettuando in questi mesi e posso dire a ragion veduta che le esigenze in termini di spazi sono pressanti: servono nuove aule per la didattica, un auditorium, uffici per docenti e tecnici e amministrativi, laboratori specialistici, aree aperte di uso comune, aree riservate allo studio individuale degli studenti, etc.  E serve una biblioteca centrale che possa diventare il cuore pulsante del campus, baricentrica, dotata di mediateca, caffetteria, sale riunioni, spazi pubblici all’aperto, etc.

Le tre ipotesi di ampliamento

Sgomberato il campo dai dubbi sulle necessità di ampliamento e di rigenerazione del Polo Pindaro, vediamo quali sono ad oggi le ipotesi sul tappeto:

  1. Progetto di ampliamento sulle aree retrostanti. Sarebbe il progetto Nuovo Pindaro che andrebbe però aggiornato sulla base di nuove esigenze nel frattempo intercorse, sia in termini di dotazioni (nuovi laboratori, nuove esigenze per aule e uffici) sia soprattutto in termini di fondazioni, per rispondere alle criticità evidenziate dal Provveditorato.
  2. Trasferimento della sede nelle aree ex Cofa. E’ un’idea recente maturata questa estate che prende in considerazione l’ipotesi di uno scambio con la Regione Abruzzo, proprietaria delle aree dell’ex Mercato ortofrutticolo, anch’essa alla ricerca di una sede unificata per i propri uffici sparsi in città.
  3. Progetto “Città della conoscenza”. È un progetto maturato dalla scorsa amministrazione di centro sinistra (Sindaco Alessandrini, assessore Civitarese), per altro sulla base di uno studio precedentemente elaborato dal Dipartimento di Architettura di Pescara dal titolo #VersoPescara2027, dove si indica la possibilità di utilizzare gli edifici della ex Caserma Cocco e della attuale caserma dei Vigili del Fuoco per attività a servizio dell’Università, non aule o uffici, ma studentati e incubatori di impresa.

Quale delle tre ipotesi è preferibile?

Non c’è una risposta corretta e due errate.  Come succede spesso nell’analisi urbanistica di processi di trasformazione urbana complessi, si possono distinguere scenari differenziati tra loro alternativi. Analizziamoli sinteticamente evidenziandone aspetti positivi e criticità.

Scenario_1: Ampliamento Polo Pindaro.

Aspetti a favore:

  • è lo scenario naturale. Esiste un progetto che andrebbe aggiornato e modificato secondo le nuove esigenze;
  • gli spazi e gli indici edificatori sono coerenti con le esigenze universitarie;
  • i terreni sono di proprietà dell’Università, ottenuti dalla permuta dell’ex Aurum proprio a questo scopo;
  • la zona è già ricca di servizi di supporto (attività commerciali, ristorazione, case in affitto, etc.) ed ben servita dal trasporto pubblico (piste ciclabili, svincoli stradali, ferrovia);
  • si continuerebbe ad investire sul Polo Pindaro in sintonia con i recenti investimenti.

Aspetti contro:

  • i problemi geotecnici evidenziati dal parere del Provveditorato richiedono un rafforzamento delle fondazioni e quindi costi aggiuntivi da stimare;
  • l’area del Polo Pindaro è stata oggetto di inondazioni causate da fenomeni di precipitazioni estreme, per questo motivo l’amministrazione comunale ha recentemente provveduto a deviare il Fosso Bardet (il canale che prima attraversava l’area) e ad attuare importanti lavori di potenziamento del collettore e dei sistemi di smaltimento delle acque del viale;
  • il vecchio edificio Pindaro, per quanto ristrutturato, rimane un edificio di trent’anni che ha evidenziato nel tempo una serie di problematiche tecniche dovute all’età;
  • anche gli impianti e le attrezzature dell’edificio Micara hanno problematiche evidenti.

Scenario_2: ex Cofa

Aspetti a favore:

  • l’area è molto interessante, forse la più attraente di Pescara;
  • si potrebbe progettare un Campus tutto nuovo, tecnologicamente avanzato, secondo le esigenze dell’Università in termini di didattica, ricerca e spazi di relazione;
  • sarebbe il Campus più moderno d’Italia e ciò sicuramente rappresenterebbe un valore aggiunto in termini di attrattività;
  • un concorso internazionale di Architettura garantirebbe la qualità architettonica dell’intervento.

Aspetti contro:

  • la situazione amministrativa e politica dell’area è particolarmente complessa. Lo stesso iter autorizzativo potrebbe rivelarsi incerto e ciò rappresenta un rischio di impresa per chi deve investire (tempi incerti);
  • ci sono da verificare i vincoli e le normative esistenti (PRG, Piano alluvioni, esondabilità e geologia dei terreni, etc.)
  • la viabilità è al momento inadeguata. Il carico insediativo portato dall’Università si andrebbe a sommare alla saturazione dei flussi automobilistici sul terminale dell’asse attrezzato. Non ci sarebbe poi la possibilità di un collegamento diretto con la ferrovia;
  • è da verificare se le aree pubbliche della Regione possano contenere tutte le volumetrie di cui necessitiamo per trasferire l’intero Polo universitario di Pescara. Sono infatti assolutamente contrario a prendere in considerazione un’ipotesi di trasferimento parziale (solo alcune facoltà).  Verrebbe meno l’idea di Campus necessaria per creare comunità accademica, creare sinergie tra i corsi di studio e servizi condivisi.

Scenario_3: ex Caserma Cocco e Caserma VVFF

Aspetti a favore:

  • interessante l’idea di rifunzionalizzare le due caserme per attività complementari a servizio della didattica e della ricerca universitaria;
  • si potrebbe pensare ad esempio ad una casa dello studente (Caserma VVFF) e a un incubatore di impresa per start up e spin off (ex Cocco) con una partnership con la Regione, le associazioni di categoria e altri investitori privati.

Aspetti contro:

  • le due caserme per tipologia, stato di conservazione e ubicazione non si prestano ad un utilizzo diretto dell’Università (aule, laboratori, uffici, etc.) e quindi su quelle aree devono essere altri soggetti pubblici e privati gli investitori principali (Regione, ADSU, Ministero);
  • i tempi tecnici e amministrativi per realizzare questa ipotesi sono lunghi (ad esempio bisogna trovare un’area idonea per trasferire l’attuale caserma dei VVFF).

RIASSUMENDO.  La questione può avere quindi risposte diverse a secondo del punto di vista dalla quale si analizza.  Proviamo quindi a fare uno sforzo mettendoci di volta in volta nei panni di ciascuno dei tre attori che hanno un ruolo in questa vicenda misurandone convenienze e rischi (in realtà ce ne sono anche altri di attori, ad esempio i privati proprietari delle aree limitrofe all’ex Cofa, ma ora per semplicità di ragionamento limitiamoci a questi tre).

  1. Dal punto di vista dell’Università.  L’idea di un Campus tutto nuovo, per altro nel luogo più strategico della città, è sicuramente accattivante.  Non si può dire diversamente. Una competizione internazionale garantirebbe un progetto architettonico di qualità e la nostra sede potrebbe diventare una delle più attrattive della fascia medio adriatica. Quali sono gli elementi critici di questa ipotesi?  A parte l’elenco di criticità tecniche (in parte superabili) riportato in precedenza, è il rischio di impresa che induce prudenza.  La complessità politico amministrativa di quest’area potrebbe dare incertezza sui tempi di realizzazione delle opere. Anche le carenze infrastrutturali (viabilità, mezzi di trasporto pubblici, parcheggi) andrebbero sanate con investimenti che non dipendono dalla nostra volontà.  Il quadro economico poi va valutato con molta attenzione e verificato nel suo complesso, anche perché un conto è operare all’interno di uno scambio tra enti pubblici (es. L. 241/90), un altro è mettere a bilancio il costo di acquisto di terreni privati qualora le aree pubbliche fossero insufficienti a soddisfare le nostre esigenze di ampliamento.  Per altro la Corte dei Conti potrebbe intervenire dicendo la sua in considerazione della permuta con l’ex Aurum di cui si è detto.  Infine un ragionamento sulle capacità dell’intervento di generare un processo osmotico con la città: l’Università è forse la più grande azienda abruzzese, se non per fatturato, per numero di fruitori.  Come tutte le Università ha la capacità di creare intorno a sé un indotto di attività che rendono viva la parte di città in cui è localizzata: attività commerciali, attività di servizio, spazi di relazione, case in affitto, etc.  Spostarsi in nuova parte di città significa rimettere in moto da capo il meccanismo e naturalmente ci vuole tempo per metterlo a regime; bisogna anche capire in che modo la zona della Marina può essere spontaneamente sensibile alla pressione osmotica dell’Università.
  2. Dal punto di vista della Città.  Quale potrebbe essere l’ideale processo di trasformazione delle aree ex Cofa per Pescara e i suoi cittadini?  Non c’è dubbio che la soluzione migliore sarebbe localizzare lì una dotazione territoriale di scala ampia e di fruizione pubblica che faccia da attrattore per flussi di visitatori anche internazionali.  Le città moderne si distinguono anche per l’attrattività delle loro dotazioni territoriali: a Genova si va per visitare l’acquario, a Bilbao per il museo Guggenheim, a Parigi Euro Disney è diventata un’attrazione che richiama visitatori da tutto il mondo al pari della Tour Eiffel.  Per quale motivo si viene a Pescara? La città ha una serie di importanti attrezzature alla scala territoriale: porto, aeroporto, polo giudiziario, stadio, shopping area diffusa, la stessa Università, etc., ma sono ancora insufficienti per giustificare l’inserimento della città nei grandi circuiti economici e turistici europei.  La Vision che il Dipartimento di Architettura un paio di anni fa ha costruito con la ricerca #VersoPescara2027, suggeriva di rafforzare le dotazioni territoriali della città con alcune proposte strategiche che vadano nella direzione di conferirle nuova attrattività, e quindi riconoscibilità, che si traduce in maggiore competitività nel panorama europeo.  Qual è l’elemento critico di questo ragionamento?  È evidente che sia la fattibilità economica!  L’attuale momento di recessione economica globale, se pur con timidi segnali di ripresa, non garantisce alcuna sicurezza di investimento né privato, né tantomeno pubblico per questa tipologia di funzioni.  In questo momento non temo smentita nel dire che se non è l’Università che investe, l’area ex Cofa è destinata a rimanere congelata per molti altri anni. E allo stesso modo mi sento di dire che se l’Università va via da viale Pindaro, tutta l’area di Porta nuova ne risentirebbe negativamente.  Anche se fosse sostituita dalla Regione, che ha altri flussi di utilizzatori e altre fasce orarie di utilizzo.
  3. Dal punto di vista degli Enti locali.  E infine quali ragioni spingono la Regione Abruzzo a scambiare le aree con l’Università per soddisfare le reciproche esigenze di ampliamento e concentrazione?  Le tipologie degli edifici del Polo Pindaro sono adeguate alle esigenze dell’Ente regionale?   L’Amministrazione comunale di Pescara (prima ho parlato di Città di Pescara, c’è una sottile differenza) in questa vicenda non ha il “portafoglio”, ma ha un ruolo centrale perché “da le carte”: l’iter autorizzativo.  Il Comune sa perfettamente che, se non investe l’Università, l’area ex Cofa è destinata a rimanere defunzionalizzata per chissà quanto tempo ancora.  Però ha capito anche l’importanza della vocazione pubblica e attrattiva dell’area.  Per questo (almeno leggendo sui giornali il dibattito politico) tenderebbe a volere la “botte piena e la moglie ubriaca”: un po’ di Università all’ex Cofa, però un po’ anche in viale Pindaro; la Regione a Pindaro, però altre attività attrattive legate al turismo all’ex Cofa; volumetrie che richiamino investitori all’ex Cofa, però anche ampi parchi pubblici, etc.  Ma attenzione: è proprio il pot-pourri di idee che bisogna evitare!   Bisogna avere un’idea di città, una strategia di futuro e perseguirla con coerenza!

CONCLUSIONI (finalmente direte voi…)

Qui ritorno schematico.

  1. Bene ha fatto il Rettore a sottolineare la necessità di ampliamento del Polo universitario di Pescara. Ricordiamoci che la precedente amministrazione aveva ridimensionato il progetto di ampliamento del Polo Pindaro riducendolo alla sola Biblioteca.
  2. Bene ha fatto il Rettore a guardarsi intorno per valutare le diverse possibilità di ampliamento che offre il mercato. Ha fatto quello che farebbe un buon padre di famiglia che di fronte alle necessità di comperare una nuova casa, riflette se gli conviene ampliare l’appartamento che già possiede ricavandone alcune stanze in più, oppure comperarne uno nuovo più grande in un’altra parte della città.
  3. Ora però il Rettore deve passare dalle enunciazioni ai fatti e farsi promotore di un’idea strategica (un master plan) di sviluppo edilizio, non decidendo da solo, ma facendosi supportare da esperti nell’analisi costi/benefici di tutte le opzioni; sono necessarie attente verifiche di fattibilità tecnica, economica, sociale.  Poi bisogna portare la discussione negli organi deputati, Senato Accademico e Consiglio di Amministrazione, e nei Dipartimenti pescaresi chiamati in causa in prima persona.
  4. È inoltre necessario condividere un percorso di partecipazione con tutte le forze attive sul territorio (sociali, economiche, culturali, etc). È chiaro che l’Università non ha nessuna convenienza a forzare la mano su una specifica soluzione, se la stessa dovesse comportare evidenti reazioni di contrasto in città.  Guidare questo percorso di partecipazione però è compito del Comune, non certo dell’Università.
  5. L’Università ha fatto quello che doveva fare, guardarsi intorno per capire come soddisfare la sua esigenza di spazi. Ora deve decidere una volta per tutte dove sia opportuno investire i propri sforzi, non solo economici, in piena sintonia con la città.  Perché il potenziamento delle strutture universitarie, a cominciare dalla realizzazione della Biblioteca, è un obiettivo strategico decisivo per il futuro non solo dell’Università G. d’Annunzio, ma di tutto l’ambito geografico metropolitano abruzzese.

Il mio orientamento, alla fine di queste riflessioni è chiaro: trasferire il Polo Universitario di Pescara all’ex Cofa? NO, grazie!  Bisogna ridurre al minimo e, laddove possibile, rinunciare a qualsiasi impegno economico inerente all’ampliamento del patrimonio edilizio UdA su aree diverse da quelle di proprietà attigue a quelle esistenti.  Portare in discussione, negli organi accademici, prima una delibera quadro che sancisca i principi (l’idea di sviluppo) e poi un programma edilizio dettagliato, Master Plan per la riqualificazione del Campus di Chieti e del Polo di Pescara (aggiornamento del “Nuovo Pindaro”).  Infine una volta condiviso il progetto complessivo di sviluppo, bisogna programmare un’attuazione per stralci funzionali ogni qualvolta il nostro bilancio ce lo consenta o ogni qualvolta si presentino risorse straordinarie, senza più farci distrarre dalle “sirene” di proposte – pur allettanti – che però non rientrano in questo disegno strategico.

Area ex Cofa zenitale
Polo Pindaro zenitale
06 - Panoramica aree ex Cofa
Progetto "Nuovo Pindaro" completo
Planimetria generale Nuovo Pindaro - visione notturna
Biblioteca - Planimetria (i settori 7, 8 e 9 sono il sedime dove dovrebbero sorgere gli edifici delle aule dei dipartimenti)
Progetto "Nuovo Pindaro: la Biblioteca
Biblioteca - Ingresso
Biblioteca Visione notturna lato piazza
Biblioteca - vista dall'interno
Biblioteca - Ingresso
Biblioteca - Piano terra
Biblioteca - sezione longitudinale
Biblioteca - Sezione longitudinale

Rassegna stampa del 13-14 novenbre 2019

Il Messagero 14 novembre 2019
Il Centro 14 novembre 2019
MaPerò - Blog di Lilli Mandara
Rete8 14.11.19
TG£ Abruzzo 14.11.19

Rassegna stampa del 30 novembre 2019

Il Centro 30.11.19

Rassegna stampa del 12-13 dicembre 2019

Il Messaggero 13.12.2019
Il Centro 13.12.2019
MaPerò - Blog di Lilli Mandara
8 Novembre 2019

LAVORI IN CORSO: COMUNICAZIONE INTERNA PER GLI STUDENTI DEL POLO PINDARO DI PESCARA

È pronta!

La vostra nuova sala per lo studio individuale è pronta!  Si affianca all’altra che già avete sulla piazzetta interna tra i due Poli Pindaro e Micara.

Sopperisce in parte ai disagi che avete dovuto subire in conseguenza della chiusura temporanea della biblioteca per i lavori di ristrutturazione che stiamo effettuando in tutto il Polo di Pescara (a proposito anche la nuova sala lettura è quasi pronta… questione di un paio di settimane).

Ora sta a voi far diventare questo spazio la “Piazzetta degli studenti”.  Poi appena i lavori di ristrutturazione del Polo volgeranno al termine, penseremo anche a progettare le aree esterne e la piazzetta potrà diventare a tutti gli effetti quello spazio di relazione indispensabile in un Polo universitario.

A fianco a questo nuovo spazio, fra non molto (ma non vi dico quando per non essere sbugiardato sulle date…!!) inaugureremo anche la sala espositiva per le iniziative didattico culturali e – in tempi un po’ più lunghi – dall’altro lato della Piazzetta a fianco dei Laboratori Micara, abbiamo in progetto la realizzazione di un nuovo FabLab.

Che dire…? Sono contento!… e comunque sono anche pronto a subire altre vostre critiche o lamentele, ragionando insieme a voi su disfunzioni, migliorie e progetti futuri che abbiano come obiettivo il miglioramento della nostra comunità accademica.

3 Ottobre 2019

NOTTE DEI RICERCATORI: LE ECO-COSTRUZIONI DEL DdA

Le avevamo provate ad EcoMob_2019.  Sono piaciute e allora le abbiamo replicate alla Notte dei ricercatori.

Sono le eco-costruzione per bambini che Giangi Caffio e il suo gruppo di collaboratori hanno progettato e realizzato per conto del Dipartimento di Architettura dell’Università G. d’Annunzio.  Il gioco ha avuto un tale successo che è diventato problematico gestire l’afflusso dei bambini allo stand.  E infatti abbiamo dovuto allargarlo, sempre con i nostri incastri di cartone, ed è diventato un…castello magico!!

E’ stato bello vedere tanti piccoli architetti dare prova della loro creatività con un’abilità costruttiva davvero sorprendente!

E poi è proprio bello vedere la città di Chieti invasa – è il caso di dirlo – da una folla di visitatori di ogni età desiderosi di conoscere da vicino la loro Università, orgoglio del loro territorio, dove magari hanno studiato tanto tempo fa, o dove forse studieranno i loro figli.

E allora… W la Notte dei Ricercatori!

e grazie a tutti coloro che ne sono stati protagonisti!

16 Settembre 2019

UNIVERSITA’ & HABITAT SOSTENIBILE | ECOMOB 2019

Si è appena concluso EcoMob 2019, l’Expo di cultura ecosostenibile che si è tenuto a Pescara dal 13 al 15 settembre 2019 presso gli spazi espositivi del Porto turistico.

Il Dipartimento di Architettura dell’Università G. d’Annunzio ha partecipato con un suo stand dove ha organizzato un programma di iniziative scientifiche tese a illustrare le sue attività didattiche e di ricerca.

Non sono mancati i momenti ludici come il gioco delle eco-costruzioni per bambini che avuto un tale successo che stiamo pensando addirittura di brevettarlo (lo rifaremo sicuramente alla Notte dei Ricercatori il 27 settembre!).

E’ stata anche l’occasione per presentare in anteprima l’ultimo nato nell’offerta didattica del Dipartimento: il nuovo corso di laurea in fase di attivazione (l’inaugurazione è prevista nell’a.a. 2020-21) sui cambiamenti climatici e sulle tematiche ecologico ambientali connesse ai processi di trasformazione delle città e dei territori.

L’interesse su questi temi sta finalmente uscendo dalle aule universitarie e dai laboratori di ricerca e sta interessando sempre di più il mondo della produzione e dei media.  Basta dare un’occhiata alle mille novità esposte in Expo dai produttori di bici elettriche o altri mezzi di trasporto urbano ecologico.

Siamo sempre più convinti che questa sia la strada da percorrere e che il sistema Universitario abbia il ruolo importantissimo di diffondere la cultura della sostenibilità, formando nuove generazioni di tecnici in possesso di competenze multidisciplinari sulle tematiche ambientali e sui rischi ad esse connessi, a cominciare da quello globale dei cambiamenti climatici.  E soprattutto siamo convinti che l’Università abbia il compito educare nuove generazioni di cittadini rispettosi dell’ambiente e consapevoli dell’importanza delle proprie azioni.

“Stay tuned” con il nuovo corso di laurea in Scienze dell’habitat sostenibile!!

3 Luglio 2019

LAVORI DI RISTRUTTURAZIONE POLO PINDARO

L’edificio principale della sede pescarese dell’Università G. d’Annunzio, il cosiddetto Polo Pindaro, è stato costruito nella seconda metà degli anni ’80, più di trent’anni fa, e ora ha bisogno di una ristrutturazione complessiva.

Questo post ha lo scopo di fornire informazioni sui lavori edilizi che si stanno eseguendo, per dare risposta ad alcune domande che sono state poste dai rappresentanti degli studenti dei Consigli di Dipartimento delle Facoltà pescaresi.

I lavori di ristrutturazione sono molteplici (vedi all. 1 elenco completo dei lavori): dagli impianti di climatizzazione inverno/estate negli uffici e nelle aule, alla sistemazione delle aree esterne; dalla manutenzione straordinaria delle facciate e delle coperture, alle opere di adeguamento per l’eliminazione delle barriere architettoniche; etc.

Sicuramente i lavori comporteranno dei disagi sia per gli studenti che per i tecnici amministrativi e i docenti; è però evidente che una volta concluso il cantiere, il Polo Pindaro di Pescara potrà finalmente avere quel livello qualitativo di servizi e di spazi che merita la nostra Università.

Di seguito si riportano alcune note sui tempi del cantiere, sull’uso degli spazi e delle attrezzature e sulla dislocazione provvisoria degli uffici a beneficio di quanti abbiano necessità di avere informazioni.

Le indicazioni contenute in questo post potrebbe avere aggiornamenti in considerazione di ulteriori informazioni o modifiche che si rendessero necessarie a beneficio degli studenti e del personale UdA (quasi come fosse una FAQ).

o – TRASLOCO DEGLI UFFICI

Ogni Direttore di Dipartimento coordina il trasloco degli uffici del personale tecnico amministrativo e dei docenti secondo le indicazioni fornite dall’Ateneo. Rispettando le scadenze temporali del crono-programma di cantiere e gli spazi assegnati dall’Ateneo, ogni Dipartimento può decidere quali materiali e attrezzature trasportare nella sede provvisoria, prendendo accordi con il servizio dei traslocatori.  Se ci fossero delle esigenze straordinarie sia per il trasloco sia per l’allestimento delle postazioni provvisorie il Direttore del Dipartimento si può rivolgere agli uffici di Ateneo preposti (ing. Simone).

1 – FASI E TEMPI DEI LAVORI

I lavori seguono un crono-programma dettagliato e si distinguono per blocchi: 1) quelli che interessano i blocchi A e B (dipartimenti di Architettura, Lingue, Geologia e Ingegneria) sono iniziati a luglio e finiranno a settembre; 2) quelli che interessano il blocco C (dipartimenti di Scienze giuridiche e sociali, Economia, Economia aziendale, Scienze filosofiche pedagogiche e economico-quantitative) si protrarranno per circa un anno.

2 – TRASFERIMENTO UFFICI

A causa dei lavori di ristrutturazione si è provveduto al trasloco temporaneo degli uffici dei docenti e del personale tecnico amministrativo posti ai livelli 1° e 2° del Polo Pindaro.

Edificio Micara

Per quanto riguarda i dipartimenti dei blocchi A e B a partire dalla fine di giugno i docenti e il personale tecnico amministrativo si sono trasferiti nell’edificio Micara secondo il prospetto (vedi all. 2 piante con dislocazione uffici):

  • Piano Terra laboratori: potranno essere utilizzati dagli studenti per lo studio individuale quando non in uso dei docenti per revisioni e esami;
  • Piano Terra lato nord: area didattica di Architettura e di INGEO e area gestionale di Architettura;
  • Piano Terra lato nord: Segreteria Amministrativa di Scienze giuridiche e sociali;
  • Piano Terra lato sud: Direzione Presidenze CdS e segreteria INGEO;
  • Aula M1: area contabile di Architettura e di Lingue;
  • Aula M2: area amministrativa di Architettura e del CLA (Centro Linguistico di Ateneo);
  • Aula M3: dottorandi e borsisti di Ingegneria;
  • Aula M4: docenti di Ingegneria;
  • Aula M5: area amministrativa e didattica di Lingue;
  • Aula M6: docenti e dottorandi di Lingue.

Palazzo Verrocchio

Proprio per far fronte ai problemi di spazi dovuti al cantiere si è provveduto a reperire il secondo piano di uno stabile (cosiddetto Palazzo Verrocchio) in Viale Pindaro posto in prossimità dell’entrata di Economia.

Lì trovano sede gli uffici amministrativi e gli spazi per docenti, ricercatori e borsisti dei Dipartimenti di Scienze giuridiche e sociali, Economia aziendale, Scienze filosofiche pedagogiche e economico-quantitative (vedi all. 3 piante con dislocazione uffici).

Piano Terra Blocco C

Per tutto il protrarsi dei lavori il PT del Blocco C ospita (vedi all. 4: piante con dislocazione uffici):

  • Il Dipartimento di Economia aziendale con la segreteria amministrativa, alcune stanze per dottorandi, assegnisti, ricercatori e docenti.
  • Il Dipartimento di Scienze filosofiche pedagogiche ed economico-quantitative con alcune stanze per dottorandi, assegnisti e ricercatori.
  • Aula 4 per le riunioni collegiali degli organi di governo dei dipartimenti del Blocco C.
  • Aula 16 A per la Scuola di Economia
  • Aula 37 per alcune postazioni di docenti del DEA

Appartamento viale della Pineta

Il Dipartimento di Economia (docenti, ricercatori, personale t.a. dottorandi, assegnisti e ricercatori) trova sede nell’appartamento di viale della Pineta  (vedi all. 5 piante con dislocazione uffici).

Piano Terra Blocco B

La Scuola di Economia è ubicata al piano terra Blocco B (vedi all. 6 piante con dislocazione uffici).

Il settore Erasmus è ubicato al piano terra Blocco B (vedi all. 7 piante con dislocazione uffici).

Laboratorio SCAM

Il personale amministrativo-contabile del Dipartimento INGEO è ubicato presso il laboratorio SCAM in via Pantini.

Biblioteca centrale

Nel periodo estivo (da 2 luglio al 30 settembre) i servizi offerti dalla biblioteca del Polo Pindaro non saranno sospesi, ma diversificati data la chiusura al pubblico di alcuni locali.

I servizi di reference avanzato, document delivery e prestito internazionale si svolgeranno presso la Sala riviste al livello -1.  Il prestito interbibliotecario nazionale si svolgerà presso la sezione ricerca al livello -2.

3 – ACCESSO ALLE AULE

Il crono-programma prevede che i lavori nelle aule vengano effettuati a blocchi di 5-6 per volta.

Per tutta la durata del cantiere, quindi, le aule interessate dai lavori saranno regolarmente fruibili con accesso dall’esterno, mentre l’accesso dalla galleria interna sarà impedito dalle recinzioni di cantiere.  Tutte le altre aule saranno invece regolarmente accessibili sia dall’interno che dall’esterno.

4 – ATTIVITÀ’ IN PROGRAMMA

Per tutte le attività in programma nel periodo estivo è utile verificare dagli uscieri dove saranno svolte, dato che non è escluso che possano esserci dei cambiamenti rispetto alle localizzazioni abituali.

 

Ringrazio tutti per la pazienza e la comprensione con cui farete fronte ai disagi che certamente il cantiere vi procurerà!

21 Giugno 2019

CUORE DI PLASTICA

Un bel video questo qui sotto, sullo stile delle comunicazioni sociali di “Pubblicità Progresso“, in cui i bambini ci mostrano come le nostre azioni possano compromettere il loro futuro.

Sta diventando virale sui social con quasi 1 milione di visitatori.  Al momento in cui scrivo più di 30.000 like e circa 2.000 dislike.

Che ci sia apprezzamento sui suoi contenuti mi sembra scontato, essendo un video che rientra a pieno nei canoni del “politicamente corretto”;  tutto sommato è fisiologico anche quel 6% di “non mi piace”.  Meno scontate invece sono le motivazioni di chi ha espresso un commento contrario.

La ragione prevalente della contrarietà risiede nella (pseudo) accusa che il video non sia stato prodotto dai bambini, ma da chissà quali “organizzazioni occulte” che hanno strumentalizzato i bambini stessi.  Che se vogliamo è un po la stessa accusa che alcuni rivolgono a Greta Thunberg quando affermano che non sia lei a scrivere i discorsi che va a pronunciare alle Nazioni Unite o alle Conferenze Mondiali sul clima.

Vi invito a riflettere.  Greta ha sedici anni. E’ oramai un’icona mondiale a difesa dell’ambiente.  Ha un’agenda fittissima di impegni internazionali.   Ma vi sembra possibile che sia lei a scrivere gli interventi? Ma vi ricordate come eravate voi a sedici anni? Oppure come sono i nostri figli a quell’età? E’ chiaro che qualcuno abbia scritto per lei i discorsi, probabilmente proprio i suoi genitori, come avremmo fatto noi con i nostri figli, se ne avessimo avuto la possibilità.

Non sono stati i bambini a produrre questo video? Ma certo! il video è professionale e quindi è stato prodotto da un service specializzato…  e allora??

L’importanza sta nel messaggio e nella capacità di sensibilizzare le coscienze di giovani e meno giovani su tematiche di enorme importanza per il futuro del nostro pianeta.

Ce ne fossero di video, di Grete, capaci di dare risonanza mediatica a ciò che gli scienziati (inascoltati) ci stanno dicendo da anni…

DAI… FORZA!  IL TEMPO PER AGIRE NON E’ PIÙ’ MOLTO!

8 Giugno 2019

BENVENUTI NEL NEO-ANTROPOCENE!

Si è appena concluso il semestre accademico con la sessione di esami.

L’argomento che abbiamo scelto quest’anno per il Corso di Urbanistica 2 è stato denso di significati scientifici e di impegno civile: il ruolo dell’architetto nei processi di mitigazione e di adattamento ai cambiamenti climatici.

Un argomento, quello dei cambiamenti climatici e più in generale della sostenibilità ambientale, di grande attualità che sta muovendo le coscienze delle giovani generazioni e che sta producendo effetti rilevanti sulla società contemporanea.

Nei prossimi anni assisteremo ad un significativo processo di riconversione dei cicli produttivi verso un modello di economia circolare; la plastica monouso sarà progressivamente limitata dai mercati internazionali; l’industria automobilistica guarderà con interesse crescente alla propulsione elettrica. Anche il mondo dell’architettura sarà sempre più teso al raggiungimento di obiettivi di sostenibilità.

Gran parte dei finanziamenti che arriveranno dall’Europa saranno orientati a supportare queste politiche.  Il mercato del lavoro chiederà nuove figure professionali, i tecnici dell’ habitat sostenibile, capaci di supportare gli enti pubblici e privati, le aziende, i decisori politici nel porre in essere azioni efficaci per la salvaguardia dell’ambiente.  Le nuove tecnologie ICT daranno un impulso importante a questo processo, che di fatto rappresenta un profondo cambiamento del modello di sviluppo postindustriale.

L’Università deve essere pronta ad  interpretare questi fenomeni, aggiornando le proprie offerte formative e fornendo il supporto scientifico dei propri centri di ricerca ai territori di appartenenza.

Benvenuti nel  Neo-Antropocene* ragazzi… voi ne sarete i protagonisti!

Foto di rito degli studenti a fine esame. E' una tradizione che si perpetua negli anni con la stessa emozione.

________________________

*  Neo-Antropocène è una definizione che mi piace molto;  la prendo a prestito da Maurizio Carta, fine studioso, instancabile viaggiatore e caro amico. Maurizio a sua volta si rifà al termine Antropocène, coniato dal premio Nobel per la chimica atmosferica Paul Crutzen, per definire l’attuale epoca geologica, in cui l’ambiente terrestre è fortemente condizionato dagli effetti dell’azione umana.

6 Maggio 2019

ALL’UNIVERSITA’ G. d’ANNUNZIO FILM E LEZIONI SUI CAMBIAMENTI CLIMATICI

Giovedì 9 maggio alle ore 20:00 in aula rossa del Polo Pindaro a Pescara si terrà la proiezione del secondo film di Al Gore sui cambiamenti climatici.

Il ciclo di incontri multidisciplinari sui cambiamenti climatici organizzato dal Dipartimento di Architettura di Pescara è dunque arrivato al giro di boa conclusivo: mancano ancora 2 lezioni delle 9 previste. Si sono alternati in cattedra scienziati provenienti dai principali centri di ricerca nazionali: dal climatologo al medico, dall’economista al geopolitico, dal biologo all’oceanografo, dal geologo all’architetto, ognuno approfondendo gli effetti del global warming dal suo punto di vista.

Ne sta emergendo una posizione pressoché univoca nell’indicare la stretta correlazione tra l’innalzamento delle temperature medie del nostro pianeta con l’aumento delle emissioni di Co2 in atmosfera, dovuto principalmente all’utilizzo di combustibili fossili.

Ci spiega il prof. Piero di Carlo fisico dell’atmosfera dell’Università G. d’Annunzio. “La Terra ha visto mutamenti climatici importanti nella sua lunga storia, basti pensare alle ere glaciali che si sono succedute. Questi cambiamenti però si sono verificati su scale temporali molto ampie, di centinaia di migliaia di anni e per cause esterne come le variazioni orbitali del pianeta, o le eruzioni vulcaniche estese su vasta scala. Oggi invece si osservano fenomeni di modificazione molto rapidi misurati in qualche decina di anni”.

“Ci dobbiamo preoccupare?” hanno domandato gli studenti. Anche qui la risposta degli scienziati è stata univoca: più che preoccupare ci dobbiamo occupare seriamente del problema, prestando molta attenzione a ciò che dicono le evidenze scientifiche. Oramai non si parla più, come si faceva qualche decina di anni fa, di riduzione dei fenomeni, ma di stabilizzazione dei livelli attuali.

Gli effetti dei cambiamenti climatici d’altronde sono sotto gli occhi di tutti: fenomeni atmosferici estremi, biodiversità modificate, scioglimento dei ghiacciai, innalzamento del livello dei mari, desertificazione dei suoli agricoli, etc.

Come ci ha spiegato il Prof. Bologna dell’Università dell’Aquila, stanno addirittura aumentando i rischi sanitari, sia a causa degli agenti inquinanti presenti nell’aria, nell’acqua e nel suolo, sia a causa delle temperature più calde che favoriscono la schiusa delle uova dei principali vettori di malattie infettive come la zanzara Anopheles”.

In questi giorni si parla molto di cambiamenti climatici grazie al movimento giovanile #Fridays for Future nato intorno alla figura di Greta Thunberg, la ragazzina svedese divenuta oramai un simbolo. Io vedo con favore questo movimento perché, al di la degli eccessi mediatici, può essere il grimaldello comunicativo per un cambio culturale epocale. Perché alla fine proprio di questo si tratta: una questione culturale.

Bisogna comprendere i fenomeni, capirne la cause, valutarne i rischi per indurre le persone a cambiare stile di vita. E non mi sto riferendo a modelli socioeconomici di “decrescita felice”, ma mi sto riferendo a comportamenti individuali e collettivi improntati all’economia circolare, alla sostenibilità ambientale, al riciclo. Moltissimi posti di lavoro potenziali, per intenderci, anche su scala locale. Per noi architetti significa: edifici ad alte performance energetiche; consumo di suolo zero abbinato alla rigenerazione del patrimonio edilizio esistente; forestazioni urbane, greenway e mobilità sostenibile; industria 4.0, eco-distretti industriali simbiotici, etc.”

E’ importante che le Università si facciano carico di queste tematiche aggiornando i programmi didattici dei Corsi di Studio esistenti e attivando nuovi percorsi formativi allo scopo non solo di sensibilizzare le giovani generazioni al rispetto del nostro pianeta, ma anche di formare una nuova generazione di “tecnici dell’habitat sostenibile” capaci di confrontarsi con le grandi sfide globali che li attendono: diventare i protagonisti di una città e di un territorio che nel futuro sempre più̀ si dovranno confrontare con gli effetti dei cambiamenti del clima.

Il Messaggero 08.05.19
Il Centro 09.05.19
8 Aprile 2019

UNA SCOMODA VERITA’

Nell’ambito del ciclo di incontri multidisciplinari sui cambiamenti climatici organizzato dal Dipartimento di Architettura di Pescara, Giovedi 11 aprile alle ore 20:00 in aula rossa del Polo Pindaro di Pescara si tiene la proiezione del film “Una scomoda verità vincitore del premio Oscar 2007 come miglior documentario, diretto da G. Guggenheim e avente come protagonista l’ex vice presidente degli Stati Uniti Al Gore. Il documentario lo segue nelle sue conferenze, nei suoi viaggi, nei suoi incontri internazionali, supportando le sue riflessioni con immagini molto significative.

Scroll to top