Adriana Carnemolla, una vita per l’architettura e per la comunità
E’ venuta a mancare Adriana Carnemolla, docente del Dipartimento di Architettura dell’Università “Gabriele d’Annunzio”, in quiescenza da alcuni anni. Con lei se ne va un pezzo della nostra storia accademica e cittadina.
Pescarese doc, fu una delle prime matricole della neonata Facoltà di Architettura di Pescara (si dice la 30esima) e visse in prima persona la stagione straordinaria degli anni della Tendenza, quando in città approdarono figure importanti dell’Architettura come Aldo Rossi, Antonio Monestiroli, Giorgio Grassi, Agostino Renna, Uberto Siola. Era parte di quel piccolo gruppo di pionieri che fecero della neonata Facoltà un laboratorio di idee, di scoperte e di confronto continuo tra studenti e maestri. Le sue parole, in una vecchia intervista ad una rivista studentesca, restituiscono bene quell’atmosfera: “Le lezioni dei Maestri erano attese come le prime di importanti film… frequentare la facoltà in quel periodo fu una avventura meravigliosa”.
Dopo gli anni della formazione e della collaborazione con i grandi nomi della Scuola, Adriana intraprese un lungo percorso di insegnamento, legando il suo nome in particolare alla Scenografia, disciplina che interpretò in senso progettuale e laboratoriale, coinvolgendo studenti ed esperti in un lavoro appassionante e condiviso. Con lei questa materia trovò una voce unica a Pescara, e dalla sua quiescenza nessuno più la riprese.
Ma Adriana non è stata solo una docente rigorosa e preparata. Chi l’ha conosciuta ricorda la capacità di creare comunità: viaggi, cene, incontri, momenti di vita che univano studenti e professori ben oltre le aule universitarie. “Siamo stati una piccola comunità molto coesa”, ha scritto sui social un suo ex collega, “e tu sapevi fare gruppo e aggregare, rappresentando una pescaresità autentica e mai provinciale, capace di aprirsi al mondo”.
La sua vita, intensa e non priva di dolori profondi, è stata segnata da una passione civile e culturale che ha dato molto alla nostra Facoltà e alla città di Pescara.
Oggi il Dipartimento di Architettura la ricorda con gratitudine e affetto, per i suoi modi gentili, la finezza intellettuale e la capacità di rendere l’Università non solo un luogo di studio, ma una esperienza collettiva di vita, cultura e relazioni.

